La riforma del 2025 segna un punto di svolta per la giustizia italiana: dalla magistratura unitaria a una magistratura a carriere separate. Questa potrebbe rafforzare la fiducia venuta meno dopo le sconvolgenti rivelazioni di Palamara che di questo sistema è stato assoluto protagonista e che ha di fatto scadere la fiducia del cittadino.
La riforma tende a rendere il Giudice più imparziale che non proviene più dalla stessa carriera del PM. Il PM più autonomo indipendente dal governo, più equilibrio tra accusa e difesa. Obiettivo dichiarato è rafforzare la terzietà del giudice e garantire un “giusto processo” (art. 111 Cost.). Questa riforma può riequilibrare, quindi, la posizione tra accusa e difesa, rendendo il giudice un arbitro pienamente terzo e non più “vicino” alla logica dell’accusa.
La riforma costituzionale approvata dal Parlamento nel 2025 prevede, in sostanza, la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri (PM), creare due Consigli Superiori della Magistratura distinti, ognuno per i due ruoli affinché non ci sia commistione e influenza, istituire una nuova Alta Corte Disciplinare per le sanzioni ai magistrati, così che non si giudichino solo tra “loro”.
La riforma italiana del 2025, se confermata dal referendum, segnerà una svolta costituzionale nel sistema giudiziario, da una magistratura unitaria a una magistratura a carriere separate, più simile ai modelli presenti nelle democrazie avanzate. È una riforma che può migliorare la percezione di giustizia nei cittadini.
In conclusione la riforma della giustizia che introduce, tra l’altro, la separazione delle carriere della magistratura rappresenta certamente una modifica di rilievo storico per l’ordinamento italiano. Se attuata bene, può contribuire a rafforzare l’indipendenza del giudice, migliorare la trasparenza e la fiducia nel sistema giudiziario.