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Politica

đź’Ł CATANIA: IL CEREO DEI POLLIVENDOLI. TUTTI DEVOTI TUTTI

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“Il comitato non è un ente pubblico – dice l’avv. Paola Lo Presti difensore di Riccardo Tomasello – I fondi che riceve non sono solo di enti pubblici ma anche di donazioni private. E da statuto non è previsto che il presidente debba ottenere l’approvazione o la ratifica delle spese di cui chiede il rimborso”. Nella maggior parte dei casi si tratta di pasti e benzina, “di cui sono stati presentati gli appositi scontrini e che riguardano un anno intero delle attivitĂ  di Tomasello nel periodo che precede e segue le festivitĂ  agatine“. Traducendo in “vulgaris”: Va beh! si è preso queste somme ma è tutto non penalmente rilevante.

L’imputazione è di peculato, in concorso tra Riccardo Tomasello, ex presidente del Comitato per i festeggiamenti della festa di Sant’Agata, e ancora Giampaolo Adonia, che ai tempi del comitato era tesoriere. Tomasello si sarebbe appropriato di 2448 euro (ahahah) di fondi pubblici, â€śattribuendosi, senza alcuna autorizzazione degli altri membri del Comitato, rimborsi di denaro a titolo di spese personali non inerenti agli scopi del Comitato”, afferma l’accusa. Il tutto in concorso con Adonia che, da tesoriere, avrebbe ratificato i citati pagamenti irregolari. Il caso che ha investito il Tomasello, non volendo e non vogliamo entrare nel merito giurisdizionale, appare talmente chiaro e anche molto ridicolo che è al limite dei pollivendoli. Tutti devoti tutti.

Coinvolti nell’affare sono Giampaolo Adonia, all’epoca responsabile del procedimento e poi direttore delle AttivitĂ  produttive, e Giuseppe Fichera, oggi in pensione, che nello stesso ufficio era il responsabile delle Aree mercatali. L’accusa per Adonia, adesso messo a dirigere il Consiglio comunale su richiesta dell’AutoritĂ  nazionale anticorruzione (guarda caso), e Fichera avrebbero “turbato” innanzitutto la gara per i servizi fieristici previsti tra ottobre e novembre 2019 nell’area dell’ex Mercato ortofrutticolo di San Giuseppe La Rena. Unica partecipante alla gara bandita dal municipio è stata, ai tempi, la societĂ  dei co-indagati: la Essece srl di cui Antonio Coglitore Ă¨ legale rappresentante, mentre suo padre Arturo Coglitore Ă¨, per la procura, l’amministratore di fatto della societĂ .

Se fossero provate e confermate le accuse, si tratterebbe di un caso da banda Bassotti (veramente bassi), ma di pezzenti.

qtsicilia@gmail.com

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