
Di base si monta “ove conviene” la macchina del fango. Si recluta un plotone d’esecuzione e i processi vengono celebrati sui social. Poi la sete di sangue e dagli al politico sotto “inquisizione” fa il resto. Chiunque emana la sentenza, una sentenza sommaria, umorale, come si fa nei migliori regimi totalitari.senza tener conto delle prove e della giustizia umana. «Nell’epoca dell’inganno universale dire la verità è un fatto rivoluzionario» George Orwell.
Se vivi in una società dove la verità è manipolata sistematicamente (nei media, nella politica, nella cultura), chi osa dire le cose come stanno e si ribella all’ordine dominante del mainstream dei media compie un atto rivoluzionario perché mina le fondamenta di questo potere dell’informazione, che si basa su propaganda o sulla manipolazione delle masse. Viviamo in un’epoca in cui siamo sommersi da informazioni: social media, notizie 24, influencer, intelligenza artificiale, propaganda orientata, ma più informazione non significa automaticamente più verità.
Questi “giornaloni”, che dipendono dai poteri economici, hanno il solo scopo di creare “bolle informative” dove le persone vedono solo ciò che vogliono vedere per soddisfare la personale aspettativa di assistere, per qualcuno, al penzolare dalla forca. Così aumentano le visualizzazioni, per poi vendere il prodotto al prezzo più alto, o servire un padrone per ricevere più prebende.
Interessante l’articolo di Veneziani, pubblicato oggi, che riportiamo:

