
Il GIP di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari per Cuffaro: la decisione segue l’interrogatorio preventivo nell’ambito di una vasta inchiesta su appalti nella sanità siciliana. Con lui sono finiti ai domiciliari anche Roberto Colletti (ex manager dell’azienda ospedaliera Villa Sofia) e Antonio Iacono (primario dell’ospedale). Per altri indagati sono state applicate misure diverse: ad esempio l’obbligo di firma o il divieto, per un anno, di esercitare attività imprenditoriali o ricoprire incarichi direttivi.
Secondo l’accusaCuffaro è indagato per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.L’inchiesta riguarda presunti appalti truccati e favoritismi negli affidamenti nella sanità siciliana, con una rete che — secondo la Procura — avrebbe influenzato gare, nomine e procedure. Pochi giorni fa, erano stati sequestrati circa 80.000 euro in contanti a Cuffaro, parte custoditi in una cassaforte nella sua abitazione a Palermo e parte nella sua tenuta nel Catanese.
L’arresto di Cuffaro rappresenta una svolta significativa nell’inchiesta sugli appalti sanitari in Sicilia: un ex presidente di Regione, storicamente al centro di molte controversie, torna sotto i riflettori. L’inchiesta getta luce su presunti intrecci tra politica, sanità pubblica e favoritismi, che — se confermati — avrebbero danneggiato la trasparenza delle procedure negli affidamenti. Le misure cautelari — soprattutto per figure di alto profilo — mostrano che la magistratura ha ritenuto sussistenti gravi indizi e un concreto pericolo di reiterazione o inquinamento delle prove, segna un momento cruciale nell’inchiesta sugli appalti sanitari in Sicilia. Le accuse sono gravi: turbativa d’asta, corruzione, associazione a delinquere. Al momento si tratta di misure cautelari, non di una condanna definitiva.