di Giuseppe Gentile
La responsabilità dei consiglieri comunali e del partito
In questo momento delicato i consiglieri comunali e il partito devono abbandonare atteggiamenti di immobilismo (che per quasi due anni è stato attendista) e di conflitto sterile, dimostrando invece una visione chiara e unitaria per il futuro della città. È vero che il silenzio assordante del Consiglio comunale possa essere interpretabile come una mancanza di coraggio nel prendere posizione, ma anche come il segno di una politica incapace di proporre un’alternativa valida. Una Paternò coesa e rinvigorita non può nascere da una mera alternanza di potere, bensì da un lavoro collettivo che ponga al centro la comunità e le sue reali esigenze.
Occorre dunque che i consiglieri e il partito si impegnino nella stesura di un programma politico ambizioso e partecipato, che affronti temi fondamentali quali:
1. Vivibilità urbana – Investimenti su infrastrutture moderne, arredo urbano, mobilità sostenibile e spazi pubblici accoglienti, affinché Paternò torni a essere un luogo in cui vivere con dignità e piacere.
2. Sicurezza – Interventi concreti per rafforzare il presidio del territorio e favorire una percezione di sicurezza reale tra i cittadini.
3. Commercio e sviluppo economico – Politiche di rilancio per il commercio locale, il sostegno alle attività produttive e un dialogo continuo con le imprese, così da creare posti di lavoro e valorizzare le eccellenze del territorio.
4. Coesione sociale – È necessario ricucire il tessuto comunitario, ridurre le distanze tra i cittadini e promuovere eventi culturali, sportivi e ricreativi che favoriscano la socializzazione e la rinascita del senso di appartenenza.
L’errore di una sfiducia immediata
Portare in Consiglio una mozione di sfiducia in questo momento, senza aver prima costruito un terreno comune e un programma politico alternativo, rischia di apparire come un mero strumento di lotta per il potere. Ciò non farebbe altro che accrescere la sfiducia della popolazione verso la politica, consolidando quel cinismo che ha portato il partito degli astensionisti a dominare le urne.
Invece di accelerare verso soluzioni divisive, sarebbe opportuno concentrarsi sul rilancio del dibattito pubblico, dimostrando ai cittadini che esistono figure e partiti capaci di ascoltarli, di proporre soluzioni concrete e di guidarli verso un futuro migliore. Solo dopo aver riguadagnato la fiducia della popolazione e delineato una visione chiara per Paternò, avrebbe senso valutare la sfiducia al sindaco, trasformandola in un atto che rappresenti la volontà collettiva di ripartire su basi solide.
Una Paternò coesa, sicura ed elegante
L’obiettivo deve essere quello di ricostruire una Paternò che possa tornare a distinguersi per ordine, sicurezza e bellezza. Questo non può avvenire senza uno sforzo comune, senza umiltà e senza il coraggio di lavorare per il bene comune, superando personalismi e interessi di parte. I partiti e i consiglieri comunali devono sapersi sedere attorno a un tavolo, ciascuno con le proprie idee ma con l’impegno di convergere verso un progetto unico e ambizioso.
Solo così si potrà restituire a Paternò la dignità e il prestigio che merita, riportando i cittadini a credere nella politica e nella possibilità di un futuro migliore. Questo sarebbe il vero servizio alla comunità e il modo più efficace per evitare di ripetere gli errori del passato.
Ringrazio tutti coloro i quali in questo giorno di pausa lavorativa, abbiano avuto il tempo di leggere queste poche righe, anche non condividendole (volevano stimolare il confronto) e colgo l’occasione per augurarVi una buona domenica,