
Il marketing territoriale rappresenta una sfida affascinante per la provincia di Catania, territorio che ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento per la Sicilia e per il Mediterraneo.
Per avere successo in questa impresa è fondamentale un impegno condiviso da parte delle istituzioni, dei cittadini e delle imprese locali e dei media che devono raccontare con professionalità una narrazione efficace. Solo attraverso una comunicazione seria, con un coinvolgimento attivo della comunità sarà possibile trasformare un territorio, che tra l’altro ha come testimonial l’Etna patrimonio dell’Unesco, non solo per valorizzare il suo patrimonio, ma farlo evolvere in un motore di crescita economica e culturale per il futuro.
Ha raccontato tempo fa il sindaco metropolitano Trantino che “Catania (e il suo territorio) è un crocevia di civiltà. Noi dobbiamo raccontare questa storia, far comprendere che Catania è una delle poche città al mondo in cui è possibile vivere un’esperienza diretta di questo caleidoscopio di culture. L’idea è quella di creare una narrativa che valorizzi il legame tra passato e futuro, mostrando Catania non solo come una destinazione turistica, ma come un territorio che vive e respira la sua storia”.
Siamo ottimisti riguardo al potenziale di Catania e provincia, ma è cruciale adottare una prospettiva più critica quando si affronta il tema del marketing territoriale. Innanzitutto, non si può trascurare il fatto che il già menzionato “impegno condiviso” tra istituzioni, cittadini, imprese locali e media, è spesso ostacolato da una burocrazia mortifera, farcita da interessi privati e scarsa partecipazione della comunità. La realtà è che, senza un forte trascinamento mediatico e una visione chiara, le iniziative di marketing territoriale rischiano di rimanere mere dichiarazioni di intenti, in mancanza di leadership forti.
Inoltre, la questione della comunicazione efficace non può essere sottovalutata. Molti progetti di marketing territoriale falliscono a causa di strategie di comunicazione fallaci, che non riescono a coinvolgere il target pubblico o a cogliere l’attenzione dei cittadini, i quali possono sentirsi alienati dai processi decisionali. Il rischio è reale che nel tentativo di valorizzare il patrimonio locale, culturale, turistico e sociale, si potrebbe finire per creare una narrazione superficiale, che non riflette autenticamente la realtà delle città e dei suoi abitanti. Così come il ruolo dei media nella costruzione di un brand riconoscibile e riconducibile alle buone prassi è fondamentale.
Infine, mentre è innegabile che Catania e provincia hanno un patrimonio culturale e storico immenso, la trasformazione di questo patrimonio in un motore di crescita richiede attenzioni concrete e strategie di medio-lungo periodo, piuttosto che interventi sporadici o estemporanei, come più spesso accade.
Le comunità locali devono essere attivamente coinvolte, e questo è essenzialmente compito dei media, nella pianificazione e nell’implementazione delle politiche di sviluppo per garantire che le iniziative siano realmente sostenibili e percepite come utili. Col rischio che in mancanza di una comunicazione seria tutto ciò che si fa ovvero si tende di fare è come se non esistesse, perché non viene percepito.
Insomma, sebbene ci siano senza dubbio opportunità per il territorio catanese, l’approccio verso il marketing territoriale deve essere accurato e deve affrontare le sfide reali che si presentano. Solo così sarà possibile non solo valorizzare il patrimonio multidisciplinare, ma anche garantire un futuro prospero e culturalmente vibrante per le città.