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Politica

NON CAMBIANO MAI …”fino alla fine”

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Leggendo le carte dell’inchiesta che coinvolge l’ex-presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro il primo pensiero che è venuto in mente è “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Dalle intercettazioni emerge come il “riabilitato” Cuffaro manovrasse da semplice cittadino le nomine nella sanità siciliana, addirittura arrivando a convocare a casa sua l’assessore regionale colpevole di ostacolare il lavoro di un “suo fedelissimo”: “Non hai capito! Se tu non torni indietro […] ti rompo i coglioni su tutto. Tu non l’hai capito, te la stai cercando”.

Il quadro che emerge, secondo la procura di Palermo, è “rappresentativo dell’attualissimo potere di influenza e di ingerenza di Cuffaro nella gestione strategica dei posti di maggiore responsabilità in Sicilia e nel mondo della sanità regionale”.

Nell’inchiesta sono indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione diversi politici e numerosi dirigenti sanitari. Secondo gli inquirenti, “la rete di conoscenze” di Cuffaro e dei sui sodali, “alimentata dall’aver propiziato le nomine e rafforzato la stabilità delle posizioni dei funzionari collocati ai vertici di enti pubblici strategici”, tra cui “aziende sanitarie e consorzi di bonifica”, “condizionavano la definizione di concorsi, gare, appalti e procedure amministrative in cambio di somme di denaro, assunzioni in aziende, posti di lavoro e contratti di sub-appalto”. E poi degli ottanta milioni contanti trovati a casa sua, ne vogliamo parlare?

Cuffaro è “un uomo nuovo” sosteneva il Tribunale riabilitandolo. Ma al di là degli esiti della vicenda giudiziaria, che ci interessa fino a un certo punto, siamo di fronte a una questione di etica politica pesantissima. Finché la politica non farà pulizia rinnovandosi anche anagraficamente al suo interno, rifiutando determinati voti, e delegherà sempre alla magistratura il controllo di legalità, come diceva Borsellino, le cose in Italia e in Sicilia non cambieranno mai.

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