

di Giovanni Coriolano
Il Parco dell’Etna e’ ad una svolta. Qualche giorno fa la Giunta di Governo ha dato il via libera alla nomina di Massimiliano Giammusso, sindaco di Gravina di Catania, per assumere il ruolo di Presidente dell’Ente Parco dell’Etna. Giovanni Riggio, quindi, dopo circa un anno di gestione straordinaria, e’ pronto a lasciare la guida dell’ente, ed un bilancio e’ d’obbligo farlo. Abbiamo già scritto dell’Ente Parco dell’Etna che e’ sembrato distinguersi per ritardi, inefficienze, contraddizioni, e come qualche fornitore ci ha raccontato, da parte di taluni, malagestio, di cui si stanno già occupando ben altri palazzi. Indubbiamente l’Ente Parco dell’Ente svolge solo in minima parte le attività allo stesso attribuite dalla legge e dallo statuto. Ed il rapporto col territorio, con le popolazioni e con gli enti locali che ne fanno parte, non e’ idilliaco. Dalle nostre fonti all’interno dell’ente abbiamo appreso che il Commissario Straordinario si e’ speso in atti programmatori e di indirizzo che potrebbero dare al Parco una nuova veste ed un nuovo ruolo. Ma a fronte di questo sforzo la struttura non sembrerebbe essersi adeguata puntualmente, preferisce galleggiare. Anzi le resistenze sono state più che l’apprezzamento e la condivisione di intenti. Qualcuno e’ andato anche oltre assumendo posizioni ostruzionistiche o peggio ponendo le basi del non fare e dell’osteggiare, che potrebbero avere epiloghi ben poco edificanti, di cui vi diremo più avanti. Oggi registriamo ancora un ente parco inutile, inefficiente, incapace di dare una svolta al proprio ruolo, e per questo più che un parco lo abbiamo definito, provocatoriamente, un pacco. Ma le evidenze sono così tante che non possiamo sentirci compiaciuti dell’andazzo di una realtà che dovrebbe dare molto ai territori etnei ed invece non dà quasi nulla se non problemi, limitazioni, ma anche angherie e soprusi. L’arrivo di un nuovo Presidente, e quindi di una governance più stabile, dovrebbe essere una buona occasione per svoltare. Per farlo però il neo presidente ha bisogno di un neo direttore competente capace, presente e stabile. Ma questo attuale direttore reggente è solo l’ultimo di tre che si sono succeduti nell’ultimo anno, che hanno contribuito a segnare la precarietà dell’ente. Però ancora non tutto e’ perduto e l’arrivo del nuovo Presidente, amministratore navigato, potrebbe imprimere una svolta che se non dovesse arrivare segnerebbe la fine del Parco dell’Etna, che a quel punto sarebbe bene trasformare piuttosto che tenere in piedi come adesso. Noi ci siamo e ci saremo e certamente non ci sottrarremo alla vigilanza ed alla critica, a nostro modo.