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🐸 PATERNÒ, UN TERREMOTO

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di Giuseppe Panassidi
Tra le persone che hanno sostenuto l’ex sindaco di Paternó (ormai deposto per lo scioglimento del comune per mafia) per mesi, anni o addirittura intere legislature, condividendo con lui ogni passo, ogni foto, ogni palco e ogni abbraccio, oltre a quelle che oggi fingono di non averlo mai conosciuto, cancellando ricordi e commenti come se la memoria collettiva fosse un archivio privato da ripulire, ci sono anche coloro che continuano ancora a difenderlo, nonostante tutto.
Persone che, incapaci di leggere ciò che sta realmente accadendo o forse troppo abituate al clima che si era creato, continuano a raccontare la favola dell’uomo privo di responsabilità, quasi santo, addirittura eroe, del perseguitato, del martire.
Lo fanno con una fedeltà che a mio avviso non nasce dal coraggio ma dall’incapacità di ammettere che per anni hanno sostenuto un sistema che ha portato la nostra città alla vergogna nazionale.
E mentre c’è chi corre a rinnegare tutto per salvarsi la faccia, c’e chi ancora oggi lo incensa con la stessa devozione cieca di ieri.
Non ci si può stupire se Paternò, fuori dai nostri confini, è vista come una comunità malata, stanca, logora, una realtà su cui è difficile immaginare un vero futuro finché i protagonisti, sia i rinnegatori dell’ultimo minuto, sia i fedelissimi senza pudore, continueranno a recitare il proprio copione.
Adesso, il compito di cambiare davvero le sorti della nostra città ricade su quella parte, fortunatamente ancora ampia, di cittadinanza onesta, capace di spendersi in prima persona e di far valere i propri principi. Solo così potremo riconquistare la dignità vera che questo territorio merita.

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