
Riceviamo una lettera di Giancarlo Ciatto, membro della Segreteria provinciale del PD:
«Egregio Direttore,
questa mia muove i passi da due avvenimenti che si sono consumati nei giorni scorsi a Paternò: la questione aule della scuola Marconi e la delibera sulla riduzione dei costi del consiglio comunale. Entrambi i fatti ci suggeriscono, con estrema eloquenza, che l’amministrazione e il consiglio comunale non rappresentano più la città. La distanza tra il loro agire e le condizioni di degrado che ci circondano, è ormai incolmabile. Nel primo caso, l’arroganza e l’insipienza con le quali si sono mossi il sindaco e l’assessore alla pubblica istruzione, fanno rabbrividire. Totale assenza di programmazione, soluzioni tampone, invettive demagogiche. Costoro — da una posizione di assoluta “mancanza” — si rivolgono a chiunque li critichi con la spocchia tipica di chi si sente intoccabile. Dall’altra parte, un consiglio comunale sempre più distonico rispetto al sentimento di indignazione dei cittadini, boccia una delibera che prevedeva la riduzione dei costi dell’organo consiliare. Delibera fortemente caldeggiata dalla Regione, prima con la nota del 10/07/2025, e successivamente con l’invito ad adempire del 03/10/2025. Solo alcuni consiglieri hanno votato in favore della riduzione dei costi: Lauria, Gulisano, Benfatto,Faranda, Borzì Francesco. È giusto ricordarli solo per dovere di verità. Ora, è di tutta evidenza, che di fronte alle condizioni drammatiche che vive la nostra comunità, le istituzioni che la governano non rappresentano più nessuno. Tanto più, se si pensa che sulla testa del comune di Paternò, pende la spada di Damocle dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. Non ci appassiona il dibattito da piccolo cortile “scioglimento si-scioglimento no” — non facciamo i tifosi — ma forse la fase richiederebbe maggiore equilibrio ed un atteggiamento più sobrio. Non serve, comunque, che il comune venga sciolto per accorgersi che la città è stata totalmente abbandonata. A chi ci governa, chiediamo un gesto di lungimirante responsabilità: preso atto dell’incontrovertibile fallimento dell’azione politico-amministrativa, liberino la città dalla loro ingombrante presenza e facilitino il dispiegarsi del giuoco democratico. Consentano ai cittadini di scegliersi l’alternativa a questo stato di lenta e dolorosa agonia. Non è più tempo di video autocelebrativi; non c’è più tempo da perdere. Bisogna elevare il livello, perché niente è perduto, ma servono coraggio, parole di verità ed estrema concretezza. Occorre unire la città e ridarle speranza».
Giancarlo Ciatto
Membro della Segreteria provinciale del PD