
di Coriolano –
La politica siciliana, sta vivendo, in questo 2025, un agosto rovente. E non solo per le alte temperature, per gli incendi estesi e distruttivi, e per i danni da maltempo, generati dal caldo eccessivo, che nell’insieme si sono verificate flagellando la Sicilia, ma soprattutto per i rapporti all’interno della maggioranza di governo regionale, ormai ai minimi storici.
Dopo quasi tre anni di convivenza, non sempre caratterizzata da rapporti idilliaci, il Presidente Schifani sta superando se stesso dando vita ad uno scontro frontale con il Vice Premier Matteo Salvini, prendendo spunto dalla designazione dell’avv. Annalisa Tardino (già europarlamentare per la Lega) a capo dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale, ancorchè come Commissario Straordinario.
La nomina non è andata giù al Presidente Schifani che mercoledì, per il tramite dell’ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana, guidato da Giovanni Bologna, ha depositato il ricorso al Tar Sicilia, avverso la nomina, i cui esito però sono abbastanza incerti,
Chi è un più attento osservatore delle dinamiche politiche del momento, in Sicilia e non solo, ci riferisce però che in realtà la nomina della Tardino è solo un pretesto, ma che invece il problema è tutt’altro e le ragioni del contendere ben più complesse.
La maggioranza che sostiene Schifani è indubbio che si trova in affanno, alle prese innanzitutto con i continui, e parrebbero fondati, attacchi e critiche di Ismaele La Vardera, leader di Controcorrente ed unico parlamentare che fa opposizione (spesso bislacca – ndr) all’ARS. Ma al contempo i partiti che fanno parte della maggioranza sono alle prese con problemi interni, contrapposizioni, inchieste, e quant’altro, nessuno escluso, che distrae e favorisce agguati in aula, come quelli delle ultime settimane, prima della pausa estiva, indirizzati in realtà in primis a Cuffaro e Sammartino e solo de relata a Schifani, che di mesi in mesi diventa sempre più un personaggio minore della politica regionale.
Ma anche Forza Italia, partito almeno solo formalmente del Presidente Schifani, non perde occasione per porre più di un distinguo rispetto a molti aspetti. In particolare, in queste settimane una intervista, rilasciata dall’Euro Parlamentare On. Falcone, chiarisce la posizione di un parte importante di FI che mette in discussione molte certezze di Schifani, a cominciare dal Segretario Regionale Caruso, a cui si riconosce capacità di funzionario di partito ma non l’autorevolezza di un Segretario Regionale, per passare alla riconferma di Schifani, che non si esclude, ma non si afferma con certezza, per finire a Raffaele Lombardo che si conferma ritenere un partner importante ed autorevole per Forza Italia, fondamentale per l’elezione dell’europarlamentare Chinnici, per il quale si richiede maggiore rispetto. Posizioni sposata in toto dal Vice Presidente della Camera On. Giorgio Mulè, che certamente è nelle grazie della Famiglia Berlusconi più di Schifani, che non ha mai nascosto le sue mire di essere il prossimo Presidente della Regione Siciliana, in luogo di un ormai depotenziato Renato Schifani, che non gode più nemmeno del forte sostegno, originario, di FdI.
In questo quadro di grande incertezza, a dire il vero, l’unico partito che all’unisono sostiene Schifani, senza divisioni e distinguo, è la Nuova Democrazia Cristina di Toto’ Cuffaro, non perché non ci sia una dialettica interna ma perché la volontà della leaderschip non si discute. Del resto la NDC è Cuffaro e senza il leader non ci sarebbero nemmeno i numerosi avventori che votano e che sono li in attesa di un favore o di una prebenda nel perfetto stile di cuffariana memoria.
Da ciò che riferisce la nostra autorevole fonte (ma non è un segreto) Cuffaro è grande amico di Luca Sammartino, leader regionale della Lega, che, come si legge in questi giorni si accinge a tornare in Giunta, dopo le note vicende giudiziarie che lo hanno riguardato, nella doppia veste di Assessore e di Vice Presidente.
Sempre la nostra fonte ci riferisce però che parrebbe che Matteo Salvini, non gradisca questo idilliaco rapporto tra Sammartino, e della compagna Valeria Sudano, e Cuffaro, pur avendo dato l’assenso al rientro di Sammartino in Giunta Regionale, non ha dato il via libera per fargli assumere anche la carica di Vicepresidente, che si riserva di far assegnare ad un altro assessore della Lega in Giunta (Turano? ovvero si prepara un avvicendamento? o cos’altro ….), con non poco disappunto dello stesso Sammartino, che minaccia di lasciare il partito.
Cuffaro che notoriamente è una faina (politicamente parlando), auspicando una rottura tra Sammartino e Salvini, ed un passaggio di Sammartino e compagna, e ree sue truppe cammellate, nella NDC, cogliendo la palla al balzo ha suggerito a Schifani di innalzare il livello dello scontro con Salvini , solo per indurre Sammartino al gran salto, che Schifani ha accolto di buon grado. Del resto è noto che Cuffaro è ormai il Presidente ombra della Regione Siciliana e che Schifani è solo una sua propagine, sempre pronto ad assecondare ai suoi desiderata, anche contro altri maggiorenti della sua maggioranza.
Indubbiamente con l’ipotetico passaggio di Sammartino nella NDC, la Lega tornerebbe in Sicilia ad avere un rappresentanza da prefisso telefonico e Salvini di questo è consapevole e preoccupato, tanto più che l’ultimo ras dei voti che rimarrebbe è Raffaele Stancanelli, Parlamentare Europeo approdato alla Lega per Sammartino, e che potrebbe seguirlo dando così una rappresentanza alla NDC anche nel Parlamento Europeo.
Al contempo un passaggio di Sammartino alla NDC porterebbe al trasloco anche della Sudano che darebbe a Cuffaro quella rappresentanza alla Camera dei Deputati a cui aspira per dare impulso al radicamento della NDC, fino ad adesso fallito, a livello nazionale.
Tra l’altro il passaggio di Sammartino e compagni nella NDC darebbe l’occasione a Cuffaro anche per aggredire il granaio di voti catanese del sempre presente Raffaele Lombardo che, negli ultimi mesi, non ha nascosto i suoi dissapori con Cuffaro e la sua distanza dalla NDC, ma che rischierebbe di trovarsi contrastato nella propria roccaforte catanese e costretto a determinazioni forti, delle quali ha sempre dimostrato di essere il più che capace.
Il quadro che ci riferiscono, ove fossero confermate le indiscrezioni ricevute, potrebbe dare luogo ad una vera rivoluzione nella maggioranza che governa la Regione Siciliana ed aprire in anticipo la via al voto. Di certo Schifani è sempre più solo e sempre più prigioniero di Cuffaro e di Sammartino, ed a certo punto dovrà prenderne atto ed essere consequenziali.
Indubbiamente una rottura con parti importanti della attuale maggioranza che governa la Regione Siciliana avrebbe conseguenze anche per la permanenza di Schifani in Forza Italia. Quindi la partita in gioco è più che delicata.
Oggi però, a ben vedere, al di là delle indiscrezioni più o meno fondate, sembra che le manovre messe in atto da Schifani propendano per favorire Totò Cuffaro che sotto i baffi, che non ha, se la ride con la consapevolezza di essere un grande tessitore di trame, proiettato a tornare a fare il reuccio della Sicilia, di cui peraltro lo è dietro le quinte.
Del resto un antico detto siciliano recita che “Comandare è meglio che fottere”. Figurativamente parlando … ma non solo.