
di Mario Catone –
Potremmo essere anche noiosi a pubblicare quotidianamente quella che parrebbe una persecuzione mediatica, ma così non è e spighiamo il perché. Le nostre inchieste giornalistiche sul “Presidio” si perdono nel tempo. Abbiamo fatto domande, illustrato scenari, sottolineato arbitrarietà pubbliche, ma nessun chiarimento pubblico è stato mai dato. Di contro ci hanno chiesto notizie sulla nostra “testata” non sapendo cosa dire e confondendo un giornale registrato con uno che assume la forma del blog proprio per essere libero da legacci e che ha milioni di lettori certificati.
Proprio ieri abbiamo pubblicato un articolo ➡️ ❗PRESIDIO PARTECIPATIVO: IL PORTO DELLE NEBBIE dove riproponevamo le solite domande e tutta la nostra rassegna stampa di questi mesi sul tema.
Un’origine che hanno costruita bene, come ordine, luce, bellezza e fiorellini. Ma ad un’analisi attenta, guardando in profondità, ci sembra una tenebra indistinta, il Chaos assoluto, se letto in chiave esistenzialista o psicologica. Il Chaos personifica e assolutizza il concetto. Non è solo vuoto, è il principio stesso, l’origine assoluta, di un’avventura e nulla più, tesa a costruire il nulla, ma propagandando altro.
È una associazione, questa, che diventa impresa (?), che genera interessi (SIRU, incarichi professionali, contributi pubblici), in attesa dell’approvazione della Regione per diventare eco-museo. E per questa ragione fanno incetta di sigle e loghi di tantissime associazioni, inconsapevoli. Il vuoto non è solo una semplice assenza di contenuti seri, ma come qualcosa di attivo, che ghermisce, ingoia, confonde, una forza generatrice di interessi, ma solo per il contenitore “Presidio”, non per gli atri aderenti.
Si usa la location dell’ex Macello, dato in affidamento dal comune senza una manifestazione d’interesse pubblica, per ospitare mini eventi, anche di altri. Ed ecco che scatta la loro forza attrattiva, in quanto tutte le altre associazioni cenerentola non trovano luoghi. Questo fatto meriterebbe un serio approfondimento nelle sedi istituzionali preposte. Chi ha interesse al silenzio?
Attaccare un giornale, in qualunque forma si presenti, perché cerca risposte e racconta verità, è un atto ignobile, che non ci fa intimorire. Chi tenta di criminalizzare l’informazione libera devia la democrazia, cercando alibi nell’assurdo solo per alzare una coltre di nebbia. Noi non molliamo, se non si parla di contenuti e non si arriva alla verità.