
di Rino Piscitello
Evidentemente abbiamo qualche difficoltà a comprendere, e forse il nostro quoziente intellettivo non riesce a percepire la raffinatezza di alcune accuse. Ma davvero non siamo riusciti a capire quali sono le accuse che vengono rivolte al Presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno.
Corruzione e peculato dicono. Del peculato parleremo in un prossimo articolo.
Per quanto riguarda la corruzione invece sembra siano state escluse le utilità personali. Galvagno avrebbe agito solo per creare vantaggio ad alcuni suoi collaboratori. Ma davvero? Qualcuno riesce a credere che un politico con enormi speranze di carriera si faccia corrompere senza ricavarne alcuna utilità personale, ma solo per procurare vantaggi ai propri collaboratori, peraltro assunti e ben pagati dall’Assemblea Regionale?
Avranno delle intercettazioni nelle quali lui stesso esplicita questa volontà? No. Sembra proprio che non vi sia nulla del genere.
Pare poi che l’accusa riguardi emendamenti da lui sostenuti approvati dall’ARS nella manovra di bilancio del 2024. A questo non vogliamo neanche credere. Sarebbe infatti gravissimo che dei magistrati non avessero contezza del fatto che per legge nessun deputato può essere ovviamente considerato responsabile dei voti e delle proposte fatte nel nostro parlamento regionale (organo di natura costituzionale).
Nei nostri social una persona ha obiettato che sicuramente vi sarà qualcosa che non è ancora venuta fuori. Lo pensavamo anche noi, ma solo fino alla notifica di conclusione delle indagini. Adesso tutti gli atti sono pubblici e non è davvero emersa alcuna novità. Ci eravamo ripromessi di non leggere le intercettazioni, certi che se fossero emerse chiare responsabilità, lo avremmo letto da qualche parte.
Ma ormai tutti i colleghi hanno letto tutto e sembra che non vi sia alcuna intercettazione del Presidente dell’Ars dalla quale trapeli l’ombra di una responsabilità. Insomma, qualcuno potrebbe spiegarci in modo chiaro quali sono le colpe delle quali si sarebbe macchiato il Presidente dell’ARS?
Lo chiediamo prima di tutto ad alcuni colleghi giornalisti, che per primi hanno ricevuto (non si sa da chi perché sarebbe reato) copia delle intercettazioni quando questo non sarebbe dovuto accadere e che soprattutto sono stati schierati fin dall’inizio su un fronte colpevolista senza mai fornire prove di eventuali colpe.
Forse Galvagno si è fidato troppo della fedeltà di qualche collaboratore. Ma questo non è reato, e in Italia naturalmente, come è sacrosanto, le responsabilità penali sono personali.
Sicuramente vi è qualcosa che non siamo riusciti ad afferrare e che menti allenate, come quelle dei pubblici ministeri, hanno invece colto. Non sappiamo se sull’accusa di corruzione vi sarà un rinvio a giudizio. Da quello che abbiamo letto, non ci pare probabile. Ma, se accadesse, le accuse non ci appaiono certo tali da poter reggere in un processo.
Allora vorremmo concludere con una domanda: chi pagherà se un giorno, vicino o lontano, il Presidente dell’Ars risultasse innocente dalle accuse che gli vengono rivolte? Chi porterà in quel caso la responsabilità della distruzione di una brillante carriera di un giovane politico siciliano quarantenne?
fonte La Nazione Siciliana