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LA MANIFESTAZIONE PRO FLOTTILLA DIVENTATA PRO GUERRIGLIA

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di Adomex –

Ecco una analisi critica più articolata della manifestazione pro‑Palestina di oggi in Italia, con focus sulla strumentalizzazione politica, sulle derive violente, e su gli elementi che interagiscono.
La manifestazione è stata promossa dalla CGIL e da partiti come il PD, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, con l’obiettivo dichiarato di solidarietà con Gaza, per, il cessate il fuoco, i diritti umani, ma che invece sottende  una “strumentalizzazione” partitica.

Questo è un tema ricorrente nei commenti pubblici, critiche che alcune forze politiche o gruppi stanno usando la causa palestinese non solo per fare pressione su una questione estera, ma anche per ragioni interne, di consenso, identitarie, o come modo di mobilitare la propria base.
La presenza di leader di partito, il fatto che dirigenti politici siano presenti, che partiti organizzino, implica che ci sia proprio un elemento di politica interna che va oltre la pura solidarietà, ma una competizione tra partiti e coalizioni per un posizionamento elettorale.
Uso dei simboli e delle bandiere di partito insieme ai simboli della causa palestinese, genera ambiguità, è una manifestazione civica di solidarietà o una “piazza” politica? La mescolanza non è di per sé negativa, apre a critiche di opportunismo.
È stata enfatizzata la grande partecipazione e il lato pacifico, ma quando emergono momenti di tensione o atti di violenza, questi rischiano di diventare la “notizia dominante”.

Alcuni magneti mediatici (come scontri, blocchi, disordini) fungono da leva politica per condannare o giustificare le reazioni, per stigmatizzare distanze dagli atti violenti, per marcare contrapposizioni nette tra chi è dalla parte dei diritti e chi è complice della “guerriglia urbana” con attacchi a locali ed esercizi pubblici, individuati come simbolici, creando una situazione di conflitto per ottenere visibilità mediatica e forzare risposte politico-elettorali.
Concludiamo per dare una completezza dell’informazione con le dichiarazioni del cardinale Pizzaballa patriarca di Gerusalemme che critica l’approccio della Flotilla: “La Flotilla non porta nulla alla gente di Gaza, avrei evitato confronto così diretto” ricordando che proprio la conferenza episcopale si era resa disponibile ad accogliere gli aiuti. Una critica netta, pur sottolineando il risveglio di coscienza sulla tragedia di Gaza.

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