
Inizia la lunga campagna per il referendum sulla giustizia. A sostegno per un processo giusto si costituiscono i comitati per il SÌ. Un referendum, i cui esiti entreranno nella vita di tutti noi.
Iniziamo con la Fondazione Luigi Einaudi che ha costituito, con un atto notarile, il Comitato ‘Si’Separa’, che – in vista del referendum che si terra’ nella primavera del 2026, sosterrà il “si” alla riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati. È stato nominato presidente del Comitato l’avvocato Gian Domenico Caiazza, noto e apprezzato penalista già presidente dell’Unione delle Camere Penali italiane: “Sono lieto di presiedere il Comitato “Si Separa” promosso dalla Fondazione Einaudi – afferma Caiazza – ci attende un compito molto impegnativo: contribuire a informare i cittadini sui reali contenuti della riforma, contro la costante opera di mistificazione e disinformazione promossa con scientifica determinazione dai sostenitori del “no”. Il prestigio e la ricchezza umana e professionale dei componenti del nostro Comitato renderà questa impresa meno ardua”.
Oltre a Caiazza, fanno parte del Comitato, tra gli altri, Pierluigi Battista, Luigi Bobbio, Andrea Cangini, Antonio Di Pietro, Ernesto Galli della Loggia, Tiziana Maiolo e Enrico Trantino.
La riforma, si sostiene, serve prima di tutto a dare ai cittadini un processo nel quale si sarà davvero giudicati da un giudice terzo e imparziale. Per riformisti e garantisti, la giustizia deve non solo essere ma anche percepita dai cittadini come terza e imparziale, e la separazione delle carriere contribuisce in modo concreto a garantire il diritto di ogni cittadino a un giudice indipendente rispetto sia all’avvocato della difesa che al magistrato della pubblica accusa.
Si sottolinea inoltre la necessità di attuare i principi dell’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, richiamando le sentenze della Corte di Strasburgo che hanno più volte condannato l’Italia per violazioni delle garanzie processuali. Uno Stato che proclama il cittadino innocente fino alla prova contraria deve avere a presidio di tale principio un giudice imparziale e terzo, capace di decidere con equilibrio sulle richieste dell’accusa e della difesa.
Non solo con carriere, ma anche con CSM diversi, con la nomina dei componenti per sorteggio, per anestetizzare la malversa ingerenza delle correnti della magistratura che ne hanno fatto un mercato delle vacche, così come testimonia Luca Palamara che di questa pratica è stato nel passato assoluto protagonista, così come descrive nel suo libro “Il Sistema, Potere, politica, affari: Storia segreta della magistratura italiana”. Assolutamente da leggere.
