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Politica

MANLIO MESSINA: “Io rimango un uomo di centrodestra”

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Manlio Messina a ruota libera. Il deputato nazionale, ospite della trasmissione Il Punto su Telecolor, spiega le ragioni delle sue dimissioni da FdI e si lascia andare a un lungo sfogo. “Io rimango un uomo di centrodestra, non ho mai cambiato partito e lavorerò per un centrodestra unito – ha detto intervistato da Luca Ciliberti -. La mia candidatura a presidente della Regione sarà in campo se il candidato sarà Renato Schifani, ma se il centrodestra troverà l’unanimità su un altro nome io sarò a disposizione. Chi potrebbe essere? Magari Nello Musumeci, ne sarei felice se fosse lui”.

In Fdi ho ottimi rapporti con tutti – ha detto – anche con Arianna Meloni e con i colleghi parlamentari nazionali e regionali. E con quasi tutti i dirigenti”. Ma ha aggiunto: “Non sarò ricandidato ma sono felice così, la dignità non va mai barattata con una poltrona. E se dovessi mai rientrare in Fratelli d’Italia, cosa al momento lontanissima, direi su Schifani le stesse cose facendomi buttare fuori dal partito: la differenza abissale tra me e Schifani è che lui si affida alle veline, io quello che penso lo dico apertamente. FdI rimarrà sempre il mio partito, non aderirò ad altri”.

Messina interviene anche sull’inchiesta della Procura di Palermo che ha chiesto l’arresto di Totò Cuffaro, Saverio Romano e di altri 17 indagati per associazione a delinquere e altri reati e che ha indotto il governo Schifani a sospendere la dirigente generale del dipartimento Famiglia, Maria Letizia Di Liberti, anche lei indagata per avere girato a Vito Raso, segretario particolare dell’assessore Nuccia Albano e storico braccio destro di Cuffaro, documenti relativi a bandi di gara. “Perché non paga l’assessore? – si chiede Messina – Un assessore regionale può chiedere un bando al direttore generale, ma se questo bando va ad altri perché a pagare è solo il direttore generale? Se Renato Schifani vuole dare un segnale, rimuova l’assessore che ha fatto circolare il bando”.

Poi, un accenno sull’inchiesta della Procura di Palermo su contributi e finanziamenti pubblici che coinvolge tra gli altri il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno (FdI) indagato per peculato, truffa, falso e per un episodio di corruzione e l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata (FdI) indagata per corruzione: “Conosco Sabrina De Capitani perché era consulente di un evento a Noto, ho sempre ritenuto che fosse una persona in gamba e preparata e con me è stata svizzera. Non posso che parlarne bene. Se sono io uomo 6? Non lo so“.

Infine, in riferimento al caso delle ‘collette’ che ha coinvolto il deputato Fdi Luca Cannata, ha commentato: “A Siracusa e in Sicilia c’è stata una guerra interna a Fratelli d’Italia, mi pare evidente. Se Luca Cannata sostiene che le collette siano state fatte in modo legale, faccia vedere le carte: dica quanto ha raccolto e come venivano spesi i soldi”.

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