Le distorsioni dei Lavori Pubblici non si radicano solo dove si decide, ma anche dove si firma, dove si certifica, dove si gestisce. E in questi snodi negli anni le accuse e le denunce sono state molteplici. A ciò si aggiungono le solenni dichiarazioni fatte in pieno consiglio comunale, dove l’assessore alla legalità, Giuseppe Torrisi, ebbe a dire: «Non è possibile che a Paternò vi siano lavori pubblici che non vengono completati o che vengono incrementati da importi non dovuti […] non è possibile che i rapporti fra l’amministrazione comunale e i funzionari siano impostati sul volemose bene […] l’assessore dà solamente l’indirizzo politico ai funzionari, quindi dobbiamo intervenire anche sul discorso dei funzionari […] è un problema di controllo, di verifica, del comportamento dei funzionari di questo comune, in sostanza il potere decisionale che una volta era degli assessori, è dei capi unità operativa […] quello che deve realizzare gli atti è il funzionario». Sottolineiamo per cronaca che la delega ai lavori pubblici è mantenuta dal sindaco. Dopodiché cala un’omertà complice.
Nessuno che chiede il conto di quanto è stato detto nella sede istituzionale più alta. Adesso è venuto il momento di tirare fuori le carte, di un settore che ha gestito in modo molto dubbio gli appalti, i sub-appalti, gli incarichi, i conflitti d’interesse, tutti a vantaggio della solita cumacca, degli amici, dei clienti e degli amici degli “amici”. Smentite i dubbi, se così non fosse! Ci si vede lunedì e sbrogliamo la Matassa.