Un sindaco supponente che indispone tutti per i mancati impegni, prigioniero di se stesso e della propria boria.
Questo è ciò che pare. I consiglieri di maggioranza, proprio per questa caratteristiche, non lo sostengono più con convinzione, logorando anche i rapporti politici, e la città resta senza una guida sicura.
E qui ci sovviene l’immagine allegorica del cowboy che rimane in mezzo al guado e che si prende le pallottole delle giacche blu e le frecce degli indiani.
Per essere libero non basta proclamarlo, bisogna esserlo, mantenere gli impegni, sia elettorali che post-elettorali. È un uomo che ha il coraggio dei giusti? Non sembra.
Infatti a nostro avviso non ha una visione consona alla città, dei cittadini, che amministra, adesso non ha neppure una squadra che lo sostiene convintamente.
Per essere leader servono alcune caratteristiche, avere una chiara idea di dove si vuole andare e saperlo comunicare, a tutti; comprendere i bisogni degli altri; sapere prendere decisioni in situazioni di incertezza; cambiare approccio quando necessario e non si irrigidirsi di fronte alle incertezze che non occorrono per fare funzionare la squadra.
Un vero leader deve usare la “servant leadership”, costruendo relazioni solide. Quello che gli manca e rischiando di perdere ancora altri pezzi dopo quelli che ha già perso.
Leggiamo l’articolo pubblicato oggi da La Sicilia su ciò che sta accadendo dentro il palazzo:
