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DISASTRO SCUOLA A PATERNÒ: QUADRO CRITICO E MAPPA DELLE RESPONSABILITÀ

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Cosa significa il disastro nelle scuole comunali, quali sono le responsabilità tipiche della giunta, e come si accertano. È un approccio utile, questo, per leggere correttamente cause, omissioni e profili di responsabilità.
Iniziamo con le parole sulla scuola, di Sergio Mattarella all’inaugurazione dell’anno scolastico: “La scuola rappresenta, per chiunque vi sia coinvolto, non solo un ritorno alle attività quotidiane ma un vero nuovo inizio: un’opportunità per le generazioni di studenti, per le famiglie e per l’intera società., contribuisce in modo decisivo alla formazione di cittadini consapevoli e accompagna la crescita personale e comunitaria di ogni individuo. Di fronte alla rapidità delle trasformazioni sociali e tecnologiche, l’ambito scolastico si conferma luogo fondamentale di apertura al cambiamento”. Mattarella ha ribadito con forza che il personale scolastico non deve essere lasciato solo dalle istituzioni e dalla società, ma sostenuto concretamente nel percorso di costruzione di una scuola sicura e inclusiva. In ogni parte del mondo, le scuole sono luoghi di speranza: “La scuola deve essere il luogo in cui ogni forma di violenza viene bandita. Gli insegnanti fanno molto, talvolta in condizioni difficili, per capire e per sottrarre i ragazzi da gorghi pericolosi. E proprio nella valorizzazione del loro impegno e nella tutela della loro missione, si sigilla la centralità della figura del docente per il futuro della comunità scolastica”.
Questa sensibilità non alberga a Paternò, dove le criticità istituzionali e fattuali hanno scosso la cittadinanza per i disagi arrecati come non mai, diventando oggi il focus politico-sociale di Paternò. I figli non si toccano.
Adesso riscontriamo le interviste su un’emittente tv locale, dove l’assessore Coluccio in uno spot propagandistico sbarella, è dir poco.
Afferma che i ritardi nel completamento dei lavori non sono suoi, ma dovuti alla responsabilità dei Lavori Pubblici e delle Manutenzioni, cioè, in soldoni, e di chi detiene le deleghe, rispettivamente Naso e Gulisano.
Beh, complimenti per lo scarica barile.
Salvo poi di seguito si attribuisce meriti non suoi. Chiariamo.
I finanziamenti per le mense scolastiche sono proprio frutto del lavoro dei Lavori Pubblici, che lei da un lato accusa e dall’altro ruba i meriti, dove l’assessore all’istruzione non c’entra alcunché. Mentre sia il Polo per l’infanzia e l’asino nido, come quelli per l’adeguamento degli istituti scolastici, che tanto caos stanno recando, (finanziati col PNRR) sono di epoca antecedente al suo insediamento per i quali non ha merito alcuno. Ca va sans dire.
Poi conclude affermando che “la questione era da me conosciuta dal giugno 2024”. Quindi se la questione in oggetto, quella per la quale reca il disservizio odierno sta suscitando tanto disgusto, e a ragione direi, era a conoscenza dell’assessore Coluccio sin dal giugno 2024 come mai ha pensato di risolvere i problemi delle aule solo nei mesi di luglio e agosto 2025, come da lei stessa affermato.
Ma bugie hanno le gambe corte oppure il Naso lungo. La ragione vera è che non si può amministrare dal Piemonte, non si può gestire una delega così delicata a 1.500 chilometri di distanza. Infatti solo nelle vacanze estive dal proprio lavoro, si è potuta occupare dei problemi, proprio alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico.
Il dibattito politico non ha sosta e si incrociano comunicati, mozioni di sfiducia, interrogazioni, con gli interventi puntuali delle consigliere Benfatto e Lauria, ma anche del presidente del consiglio Tripoli.
Sullo sfondo delle contestazioni delle famiglie che vedono sballottati i propri figli in una peripatetica aristotelica, portati in giro per la città.
Dobbiamo dire, per amore di verità, che i sentimenti ostili verso la Coluccio, non è solo di questi che ci mettono la faccia, ma sotterraneamente di tutti gli addetti ai lavori, maggioranza e minoranza, ce lo dichiarano personalmente e all’orecchio per non essere sentiti da qualcuno, ma che poi per amor di sedia, ovvero di viltà, si nascondono dietro il velo di ignavia, attraverso il quale vedono tutti.
In questi giorni sentiremo gli altri attori, le altre comparse che vorranno chiarire la propria posizione. Il cittadino vuole sapere.
Non bastano le parole e gli spot, caro assessore Coluccio per essere assolti dalle colpe di inedia amministrativa. Sai bene che la verità viene sempre fuori.
Vattene, dimettiti, libera la città, rasserenando anche il tuo lavoro piemontese. Meglio mangiare la “bagna cauda” in serenità che “arancini” nella tempesta.

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