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Politica

Giuseppe Privitera: Lettera aperta al Sindaco di Paternò

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«Egregio Signor Sindaco Nino Naso,
Le scrivo con rispetto per l’istituzione che rappresenta, ma con profonda amarezza, da cittadino prima ancora che da osservatore attento della vita pubblica di questa città.
Paternò versa ormai in uno stato di degrado che non può più essere ignorato. L’ordinario è diventato emergenza: la pulizia urbana è trascurata, l’igiene pubblica dimenticata, le periferie abbandonate, la dignità dei cittadini calpestata.
Siamo dinanzi a un collasso evidente, che mina il benessere della nostra comunità e solleva gravi interrogativi anche sul piano sanitario.
Non posso tacere che, in base all’art. 50 del D.Lgs. 267/2000, Lei, Signor Sindaco, ha il dovere in qualità di autorità sanitaria locale di tutelare la salute pubblica, garantire decoro, sicurezza e funzionalità dei servizi. Doveri che, a giudicare dallo stato delle cose, non stanno trovando piena e coerente applicazione.
Il D.Lgs. 152/2006 rafforza queste responsabilità in materia ambientale e gestione dei rifiuti.
Ma non è solo Lei ad avere obblighi verso i cittadini. Mi rivolgo anche ai Consiglieri Comunali, tutti: maggioranza e opposizione.
È l’ art. 42 e 43 del TUEL che li investe del compito di vigilare sull’operato del Sindaco e dell’
Amministrazione.
Eppure, molti di loro sembrano più impegnati a salvaguardare il proprio ruolo politico che ad affrontare il reale disagio in cui vive la nostra città.
Davanti a questo immobilismo generale, mi chiedo: perché nessuno ha il coraggio di prendere posizione? Perché, se il paese è bloccato, se l’ordinario è fallito, nessuno si assume la responsabilità di attivare gli strumenti democratici che la legge consente?
L’art. 52 del D.Lgs. 267/2000 permette, infatti, di avanzare una mozione di sfiducia, non per calcolo politico, ma per dovere morale, quando viene meno la fiducia istituzionale.
Paternò merita rispetto.
E il rispetto passa dalle scelte, non dalle parole. Basta promesse, basta silenzi. Serve coraggio. Serve onestà. Serve responsabilità.
Io l’ho scritto da cittadino libero. Ora tocca a voi decidere se stare dalla parte della città o del vostro ruolo.
                                                                                                                                                              Giuseppe Privitera» 

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