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IL DRAMMA DI CATANIA: MOBILITÀ, TRAFFICO, ZTL, PARCHEGGI E PISTE CICLABILI

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Le contestazioni riguardanti le piste ciclabili a Catania sono diventate ormai più che un problema per l’amministrazione comunale. 

Da tempo parliamo di mobilità, traffico, parcheggi, ztl.  Oggi, per non farci mancare nulla, c’è un problema in più, le piste ciclabili in questa quantità abnorme, tra quelle realizzate e quelle progettate, che restringendo inevitabilmente le carreggiate stradali acuiscono una crisi divenuta endemica.

Analizziamo i problemi evidenti che emergono. Anche grazie alle pubbliche contestazioni dei cittadini. 

Cominciamo dal nodo viario più contestato, quello che parte da Via Cristoforo Colombo e costeggiando il porto continua in Via Tempio.

Sono ormai insopportabili per gli automobilisti i disagi che affliggono il traffico motorizzato a causa della pista ciclabile,  che,  in Via Domenico Tempio, che qualcuno definisce  “Scempio”, diventa addirittura “ciclopedonale”, inciucio urbanistico che lascia basiti per le palesi controindicazioni della formula che vuole vedere percorrere insieme quel tratto di pista sia famiglie con bambini piccoli con passeggini e tricicli, sia ciclisti professionisti che hanno esigenze completamente diverse.

Inaugurata tra il porto e la Playa, per gli automobilisti Catanesi quel tratto è diventato un vero e proprio incubo per diversi motivi.

Ben otto attraversamenti pedonali sono stati resi necessari dai frequenti cambi di lato del percorso  con relativa chiamata semaforica.

Detti attraversamenti, non solo ostacolano il traffico  specialmente nelle ore di punta impazzisce,  facendo aumentare esponenzialmente il rischio di incidenti.

Un drenaggio insufficiente, quella che già era una criticità di quel tratto di carreggiata che costeggia il porto, quando piove,  si allaga regolarmente provocando disagi che scatenano la nota “liscìa” Catanese sui Social.

Invece di risolverli i problemi, purtroppo, le scelte, ormai opinione diffusa, si aggravano.

Nel caso del tratto incriminato,Infatti  la carenza di un efficace sistema di drenaggio, crea un vero e proprio laghetto artificiale, arginato dalla colata di cemento “gettata” allo scopo di soprelevare, rispetto alla sede stradale, una stranezza urbanistica, questa, unica nel suo genere. Questo. complica ancora di più le cose e mette regolarmente in crisi il traffico che, su quella direttrice, serve non solo i lidi della Playa in estate, ma tutto l’anno, l’aeroporto nonché l’uscita della città verso autostrade e tangenziale.

Andiamo oltre:

A Ognina, la pista è spesso utilizzata come parcheggio selvaggio, auto che ostruiscono la visibilità, ringhiere danneggiate, attraversamenti ciclabili trasformati in posteggi improvvisati, segnaletica distrutta o vandalizzata. 

Nella piazza di Ognina, per mero esempio, la pista è in condizioni “miserevoli”, piastre di cemento disallineate, restringimenti, e manutenzioni incomplete.

Inoltre., crepe, dossi causati dalle radici degli alberi, rifiuti e ostacoli vari rendono il tratto insidioso. 

Alcuni consiglieri comunali, compresi quelli della maggioranza, hanno denunciato l’effetto negativo delle nuove infrastrutture sulla viabilità, per ritardi, ostacoli al traffico, ostilità verso i pendolari.

Come del resto anche diverse fonti critiche locali, della società civile, hanno messo in dubbio anche la conformità delle opere alle linee guida per sicurezza, continuità e integrazione urbana, ribadendo che, nella pratica, molte piste ciclabili sembrano frutto di progetti mal concepiti.

Per contro, qualche  associazione ecologista,  ha espresso un giudizio positivo, in particolare per la pista del lungomare, ritenendola una buona iniziativa e giudicandola sicura, nonostante qualche incidente isolato legato a dislivelli tra corsia e marciapiede. Ma le altre?

L’amministrazione comunale di Catania deve rispondere con i fatti alle criticità delle piste ciclabili con interventi concreti, progetti strategici di ampio respiro, e iniziative collaborative per coinvolgere associazioni, sponsor e territori, con l’effettiva partecipazione attiva della cittadinanza nei processi decisionali.

La mobilità sostenibile a Catania riscontra apprezzamenti, ma solo nel principio culturale, in quanto poi fanno insorgere problemi tecnici e gestionali e rendono molte piste ciclabili controproducenti o rischiose.

Se da un lato esistono utilizzatori, assai pochi per la verità, come nel caso del lungomare, dall’altro, queste, fanno emergere delle criticità sistemiche. 

Progettazione superficiale, usabilità limitata, manutenzione carente e soprattutto conflitti con il traffico motorizzato, che le piste ciclabili hanno acuito enormemente.  Per non ribadire ancora della carenza dei parcheggi, della pedonalizzazione sfrenata e di un trasporto pubblico insufficente..

Le politiche e la visione urbana complessiva brilla solo per la mancanza di coerenza con linee guida generali. Insomma  le politiche per la mobilità sono diventate il principale dramma per la città di Catania.

Infine, proprio in queste ore, lanciata sui social, d’importanza fondamentale  per seguito e prontezza nei tempi di informazione, che raccontano quello che altri non dicono,, infuria l’indignazione dei Catanesi per il ventilato prossimo abbattimento di una schiera di alberi storici ad alto fusto  (Pino Marittimo) proprio per fare spazio al percorso della costruenda tratta della pista ciclabile di Viale Africa.

Opera contestatissima che è già un insuccesso annunciato, atteso che contribuirà enormemente a ostacolare il traffico in una delle arterie più critiche della Città.

Si preannuncia dunque sul tema un fine estate caldissimo, con le associazioni sul piede di guerra, che già preannunciano azioni eclatanti. Abbattere i pini non sarà certo “una passeggiata”, anzi.

Dire che l’avevamo detto, ante litteram, ci sembra pleonastico. La politica del non ascolto alla fine non paga.

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