
l Mediterraneo non è soltanto uno scrigno di reperti storici, attraverso i quali ricostruire le grandi battaglie del passato. E non è soltanto il cimitero a cielo aperto degli ultimi decenni. Al contrario, il Mare Nostrum degli antichi romani deve tornare a essere la cerniera che unisce Europa e Africa. Energia, infrastrutture, migrazioni e culture si intrecciano in uno spazio che l’Italia ha riportato all’attenzione dell’Europa.
A raccontarlo, con chiarezza e rigore, è Ruggero Razza nel saggio “Il Piano Mattei. Come Giorgia Meloni ha riportato l’Europa nel Mediterraneo globale”.
Il saggio mette in luce ciò che troppo spesso resta ai margini del dibattito: la trasformazione del Mediterraneo in spazio globale, le nuove rotte dell’energia e dei dati, la pressione migratoria come questione strutturale, la sfida di un dialogo interculturale che non può essere eluso. E soprattutto analizza il Piano Mattei come progetto concreto che può ridisegnare i rapporti tra Italia, Europa e Africa. Un modello basato su progetti condivisi con i partner locali, anziché sulle logiche neo-coloniali del passato, e spesso anche del presente. Un cambio di paradigma che non a caso porta il nome di Enrico Mattei, storico presidente dell’ENI, fautore dell’indipendenza energetica nazionale e di rapporti commerciali paritari con i Paesi africani.
Con una scrittura straordinariamente densa e concisa, Razza guida il lettore in un viaggio attraverso il Mediterraneo e l’Africa, passando per il Medioriente e giungendo, attraverso la dimensione sottomarina e digitale, in India.