

di Giovanni Coriolano [nostro corrispondente da Palermo].
Totò Cuffaro, il suo capogruppo DC all’Ars Carmelo Pace ed il coordinatore nazionale di Noi Moderati, Saverio Romano, sono diventati problemi politici insormontabili?
E mentre Ismaele La Vardera a notte fonda lancia la bomba, flash pubblicato sopra, di un possibile passo indietro di Renato Schifani che circolava già per i corridoi del palazzo, mentre il governatore si trovava a Bruxelles, a Palermo si teneva un vertice di maggioranza a Palazzo dei Normanni, al quale Schifani non ha partecipato, dove si è discusso, tra l’altro, sulle dimissioni di Schifani e di tornare al voto. Nel corso della riunione, durata quattro ore, sono stati esaminati i principali argomenti sui quali i partiti di maggioranza hanno lavorato nelle ultime settimane, elaborando proposte concrete in materia di sviluppo, crescita economica, politiche del personale, interventi sociali e tutela dell’ambiente, previste nella finanziaria, che è all’ordine del giorno. Le presenze di Luca Sbardella commissario di FdI in Sicilia, degli alfieri di Raffaele Lombardo, un gran viavai frenetico tra le stanze dei gruppi parlamentari, i rumors, accreditavano però, le sensazioni che l’ipotesi di dimissioni di Renato Schifani, che apparivano tutt’altro che peregrine, ma non certamente sicure.
Ma ecco alcune reazioni dei leader politici raccolte. Cateno De Luca: “Vedremo se Schifani è davvero all’altezza di cambiare la Sicilia, oppure è meglio prenderne atto e staccare la spina così da tornare alle urne”. La concretezza dell’ipotesi di dimissioni si evince anche dalla posizione dell’opposizione. Per il capo del Movimento 5 stelle, Di Paola, l’ipotesi di dimissioni “Sarebbe l’unica cosa buona fatta in questa legislatura da questo governo. Con questo clima pensare a una buona finanziaria è impossibile”. Il segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo, infatti invita Schifani a gettare la spugna. Dalla maggioranza riserbo assoluto… per adesso. Il fatto certo è che siamo in presenza di un quadro politico incerto, scosso, terremotato, dove si respira già un clima da campagna elettorale imminente.
Allo stato l’ipotesi dimissioni appare velleitaria, ma è sul tavolo, con altre valutazioni che potrebbero spingere Renato Schifani a fare un passo indietro. L’ombra di una Regione Siciliana che non riesce ad avere il controllo della propria maggioranza in ordine a fatti di mala-politica, appare un rischio troppo alto, per cui le forze politiche di maggioranza, ai massimi vertici nazionali, potrebbero incoraggiare le dimissioni. Da Palermo per adesso è tutto.