
«La stampa deve raccontare, con i linguaggi più appropriati e diversificati la storia. Quella di Ranucci è la storia di tanti giornalisti, spesso impegnati nelle periferie del Paese, lasciati soli, contro i fastidi dei “massari”» (F. F.)
L’attentato a Ranucci, un grave episodio recente avvenuto la sera del 16 ottobre 2025, quando è esploso un ordigno sotto le auto di Sigfrido Ranucci e di sua figlia davanti alla loro abitazione a Campo Ascolano, Pomezia, vicino a Roma. Con Ranucci viene realmente colpita tutta la stampa.
Attaccare un giornalista o un giornale non significa solo colpire una persona, ma minare il diritto collettivo a essere informati. La libertà di stampa non è solo un diritto di chi scrive, ma un presidio di democrazia sana.
Gli attacchi a giornalisti e organi di stampa sono una minaccia crescente a livello globale, anche in Paesi democratici. Possono assumere forme diverse, quelle fisiche, verbali, legali, social, e il loro obiettivo è sempre lo stesso, limitare la libertà di informazione, ridurre il dissenso e controllare la narrazione pubblica. Spesso colpiscono chi fa inchieste su pubblica amministrazione, criminalità organizzata, corruzione, poteri forti o sedicenti forti.
Denunce civili o penali infondate per zittire giornalisti scomodi, spesso utilizzate da politici, anche criminali, per bloccare inchieste. In Italia sono molto diffuse le querele per diffamazione strumentale, come anche utilizzare le campagne di delegittimazione personale. Cioè etichettare i giornalisti come “nemici del popolo”, “faziosi”, “traditori”, “delinquenti”, con diffusione sul conto degli stessi per screditarli.
L’Italia ha un buon livello di pluralismo mediatico, ma la pressione sui giornalisti è reale e pericolosa.
Secondo “Reporters Sans Frontières” (RSF), l’Italia trova al 41° posto su 180 per libertà di stampa. I problemi principali risiedono sull’influenza della politica e le querele temerarie che sono vere e proprie minacce che tendono realmente all’intimidazione reale.
Articolo 21della Costituzione Italiana:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure…”
