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Politica

PANASSIDI: “IL TENTATIVO DI MISTIFICARE E CONFONDERE L’OPINIONE PUBBLICA”

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Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Giuseppe Panassidi, che ha pubblicato sui social:

«Chi vive la città anche attraverso i social si sarà sicuramente imbattuto in un profilo chiamato “Pater Noi”.
Già da questo emerge che chi lo gestisce non conosce neppure la differenza tra profilo personale, gruppo e pagina pubblica.
Infatti “Pater Noi” è un profilo falso, non conforme agli standard della community, creato con l’unico scopo di mascherare chi realmente si nasconde dietro quell’account. Ormai tutta la città ha capito chi c’è dietro, legato doppio filo all’ex sindaco [la famiglia?] oggi deposto dopo il commissariamento del Comune di Paternò per infiltrazioni mafiose.

Quello che è importante sottolineare è il tentativo evidente di mistificare e confondere l’opinione pubblica, facendo leva sull’ignoranza politica che purtroppo caratterizza una parte dei cittadini.
Il profilo fake, infatti, si avvale di ulteriori account falsi e di qualche utente che, non avendo gli strumenti per analizzare i fatti in modo logico, finisce per confondere due piani che non c’entrano nulla l’uno con l’altro:

– da un lato il motivo per cui l’ex primo cittadino è oggi imputato per voto di scambio politico-mafioso;

– dall’altro lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, dovuto all’incapacità dell’amministrazione di tutelare la città.

Ed è paradossale che proprio queste persone, che amano dichiararsi “credenti” e invocano Santa Barbara, siano le stesse che poi augurano il peggio a chi esprime opinioni diverse dalle loro, opinioni sempre espresse in modo civile, democratico e senza mai attaccare la persona, ma esclusivamente l’operato politico e amministrativo.

A loro basta che tu non sia allineato per trasformarti automaticamente in un bersaglio. Ed è proprio in questo clima che occorre fare chiarezza.
Perché sul piano giudiziario esistono solo due possibilità.

Nel caso in cui l’ex sindaco dovesse essere condannato, significherebbe che, oltre ad essere stato un pessimo amministratore, sarebbe stato anche colluso, parte integrante di un sistema che ha portato Paternò al commissariamento. Una condanna certificherebbe non soltanto incapacità politica, ma anche un coinvolgimento diretto in dinamiche che hanno danneggiato profondamente la città.

Nel caso contrario (e tutta la comunità si augura che sia così),se dai processi dovesse emergere l’assenza di responsabilità individuali e dirette dell’ex sindaco nelle infiltrazioni mafiose, rimarrebbe comunque un dato incontestabile: sarebbe stato un amministratore incapace.
Incapace di proteggere la città, di controllare ciò che accadeva sotto il suo mandato e soprattutto incapace di assumersi la responsabilità di dimettersi quando la situazione lo richiedeva.
E in politica, anche l’incapacità è una responsabilità. Giuseppe Panassidi.»

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