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Politica

PATERNÒ, ANDREA RUSSO, L’APPELLO STERILE

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Riscontriamo il video  dell’avv. Andrea Russo che vorrebbe entrare nell’agone politico paternese.

La nostra è una critica questa per un certo tipo di comunicazione politica che si limita ad appellarsi a valori generici – come il “bene comune”, l’“unità”, la “coesione”, senza entrare nei nodi concreti della gestione, della responsabilità e delle scelte di visione per la città e per la comunità.

Quando un discorso pubblico insiste solo su richiami astratti al “bene” o all’armonia collettiva, senza affrontare i problemi reali, rischia di diventare retorico. Questa strategia comunicativa vuole rassicurare e apparire inclusiva, ma, se abusata, diventa stucchevole perché non offre elementi di analisi, non riconosce i conflitti e le differenze reali, tende a ridurre la politica a un teatro di buoni sentimenti che poco incidono sulla vita concreta dei cittadini.

Il richiamo vago al “bene di tutti” rientra in uno schema populista: creare consenso facile evocando valori universali ma indeterminati. Potrebbe funzionare sul piano emotivo, perché difficilmente qualcuno si oppone al “bene comune”, ma sul piano razionale e decisionale lascia un vuoto ed è questo che noi stigmatizziamo. Questo approccio evita i temi divisivi e sposta il discorso dal “che cosa facciamo” al “chi siamo”, o meglio: “perché siamo tutti dalla stessa parte”.

La questione è la mancanza di assunzione di responsabilità, nei problemi urbani,  servizi sociali, gestione dei rifiuti, sicurezza, pianificazione culturale, bilancio, per citarne solo alcuni, non bastano richiami alla coesione. Servono scelte precise, che inevitabilmente comportano priorità.
Un discorso politico ridotto a slogan benevolenti rimuove il conflitto e la necessità di decisioni dure, ma questo significa eludere ciò che è la sostanza della politica, e soprattutto le responsabilità pubbliche che hanno disastrato la città.

Il linguaggio “generico” conferisce un forte senso di déjà vu, di già sentito: è come se la realtà restasse sempre in attesa di un cambiamento che non arriva. Ciò logora il rapporto di fiducia tra cittadinanza e istituzioni, perché ai cittadini non basta più sentire la ripetizione di principi astratti, vogliono vedere risposte concrete e verificabili.

In questa visione troppo mediocre manca un progetto di sviluppo economico e sociale, con obiettivi e tappe., una idea di vivibilità e sostenibilità concreta (spazi pubblici, ambiente, mobilità), un’identità culturale e simbolica non solo evocata, ma attuata con azioni e segnali politici. Senza questi elementi, gli appelli retorici diventano copertura di un’assenza di visione e la città resta senza direzione. Non ci resta che piangere.

ECCO IL VIDEO: