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REGIONE SICILIANA ALLE GRANDI MANOVRE

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di Giovanni Coriolano

 

E’ notizia di qualche giorno che la Giunta regionale di Governo, presieduta da Renato Schifani, ha approvato una rimodulazione dell’assetto organizzativo della Regione Siciliana, apportando una radicale riduzione delle postazioni dirigenziali, di circa il 33%, tra aree, servizi, unità di staff e unità operative.

La diretta conseguenza è una drastica cura dimagrante per 273 strutture intermedie degli attuali 30 dipartimenti. Infatti, si passerà da 834 di oggi a 561 se verrà approvato il nuovo funzionigramma regionale.

Nel dettaglio, ci saranno 97 aree, 370 servizi e 94 unità. La riduzione maggiore riguarderà le unità operative che passeranno da 376 (quasi tutte già adesso senza a capo un dirigente) a 94, sopprimendo quasi tutte quelle centrali.

La pianta organica attuale prevede 752 dirigenti, ma in servizio alla data odierna ne risultano solo 559, che dovrebbero diventare 492 alla fine del 2026 e 421 alla fine del 2027. Per questo il Governo Regionale annuncia già nuovi concorsi e nuove assunzioni di dirigenti, per il completamento dell’organico dirigenziale regionale.

Fino a qui una buona notizia, perché in effetti la Regione Siciliana si è distinta in passato per un numero di dirigenti esagerati.

Il tema però che lascia stupiti è che se da un lato si tagliano le postazioni dirigenziali, annunciando nuove assunzioni, dall’altro non si fa nulla per valorizzare le competenze esperienze e professionalità interne, di quei funzionari esperti che sono in possesso del titolo professionale di accesso alla dirigenze e della necessaria esperienza e competenza, acquisita sul campo in decenni di lavoro nei vari ambiti dell’amministrazione.

Per sopperire a questa mancanza, che potrebbe nascondere tentativi di strumentalizzazioni (?), anche di tipo clientelare (?) interviene il solito Ismaele La Vardera, sensibilizzato sul tema da una pletora di funzionari regionali che si vedono ancora una volta negate le loro legittime aspettative di carriera, dall’attuale governo sempre più lacerato dalle faide interne e dal soddisfacimento di istanze che talvolta fanno perdere di vista l’interesse pubblico.

La Vardera infatti ha presentato un EMENDAMENTO aggiuntivo all’Art. 126 AL DDL n. 1030/A dal TITOLO DDL “Legge di stabilità regionale per il triennio 2026-2028”

Dalla relazione di accompagnamento si legge quanto segue :

“A fronte delle competenze specialistiche affidate ai vari dipartimenti regionali, si registrano sempre più, notevoli carenze di personale, sia afferenti al comparto non dirigenziale, in parte colmate con gli ultimi recenti concorsi, che al comparto dirigenziale.

Rispetto a questo ultimo comparto, in atto, preso atto che numerosi atti di interpello pubblicati non hanno ottenuto candidature da parte di dirigenti di ruolo appartenenti al RUD dell’Amministrazione regionale Siciliana, si è sopperito, ad esempio presso l’assessorato regionale della Sanità, ma anche presso l’assessorato regionale dell’economia, avvalendosi delle prerogative di cui alla L.R. n. 15 del 5/11/2001 e ss.mm.ii. incaricando dirigenti del Servizio Sanitario Regionale, in regime di comando, con un notevole costo a carico delle finanze regionali ed in parte del FSN. Dando peraltro priorità a comandati rimbalzati agli onori della cronaca per rapporti di parentela con Dirigenti Generali Politici Regionali e Personalità di vario genere”.

Su questo tema si è incentrato proprio ieri un lungo intervento in aula di La Vardare che ha portato all’attenzione del Governo regionale lettere di un sindacato del comparto sanità che contestano il comando di una pletora di medici, da vari ospedali, che lasciano la corsia per trovare rifugio negli uffici dell’assessorato alla salute, lasciando i reparti sguarniti di preziose risorse per curare i pazienti siciliani, costretti a ricorrere fuori regione per cure dignitose. Medici che, al di la della loro esperienza, competenza e capacità, sottratta ai nostri malati, si sono distinti innanzitutto per parentele ed amicizie illustri.

La Vardera scrive ancora “Al fine, da un lato di avviare processi di legalità e trasparenza non più derogabili e dall’altro di valorizzare i funzionari di ruolo dotati di particolare e comprovata qualificazione professionale, dando merito alla competenza acquisita con percorsi di studio ed universitari dedicati e con qualificate esperienze sul campo, si ritiene utile ed opportuno avviare un meccanismo virtuoso e trasparente di individuazione e valorizzazione di funzionari di ruolo dell’Amministrazione regionale siciliana da incaricare come dirigenti responsabili di postazioni intermedie. A ciò si aggiunge che il ricorso al conferimento di incarichi dirigenziale, ai sensi dell’art. 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modifiche e integrazioni, cosi come proposto e con le deroghe indicate, in favore degli anzidetti Funzionari dei ruoli dell’Amministrazione regionale, si tradurrebbe effettivamente in una notevole economia per il Bilancio della Regione Siciliana, rispetto al conferimento di incarico in favore di dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale, e/o di esterni, in quanto per i primi il costo sarebbe pari alla differenza tra il trattamento economico in atto riconosciuto ed erogato e quello eventualmente da conferire come dirigente responsabile delle strutture intermedie in argomento, mentre per i secondi ammonterebbe al 100% del  costo occorrente, con economie di almeno il 30% o 40% rispetto al ricorso ai comandati o esterni”.

Al di là della correttezza della proposta, che almeno informalmente trova una ampia condivisione dentro l’Aula, la questione che sorprende è che l’Emendamento è firmato in simbiosi da La Vardera e da Gianfranco Miccichè. Due parlamentari che certamente non stanno dalla stessa parte politica e con visioni diametralmente opposte, ma che su questo tema hanno trovato una convergenza.

Qualcuno sottovoce ci dice che queste potrebbero essere le prime prove di collaborazione ed accordo, tra i due, in preparazione delle prossime elezioni regionali.

Non dobbiamo dimenticare che proprio Gianfranco Miccichè  e Raffaele Lombardo, grande stratega della politica, ambedue di Grande Sicilia, che in occasione delle regionali 2012, hanno contribuito strategicamente all’elezione del Presidente Crocetta, e quindi non è da escludere che possano esserci manovre in corso per prepararsi al meglio alle prossime elezioni. Tanto più che anche Giorgio Mulè, Vice Presidente della Camera, di Forza Italia con la quale l’MPA ha una solida federazione, l’uomo ed il politico più vicino alla famiglia Berlusconi, in più di un’occasione ha dimostrato di apprezzare i temi posti da La Vardera e l’apprezzamento sia per Miccichè che in particolare per Lombardo, e di contro molto critico sull’operato del Presidente Schifani e della sua Giunta.

Da sottolineare che un sondaggio recentissimo di SWG tende a fotografare il quadro politico attuale che la Sicilia politica sta vivendo e che piazza il movimento Controcorrente come seconda forza politica, tra il 14,5% ed il 19%, solo dietro a Fratelli d’Italia, e  La Vardera tra i più graditi tra i leader siciliani.

Tra l’altro sembrerebbe che proprio questa tornata di votazioni ha visto il leader di Controcorrente fattivamente impegnato, non solo in proteste e denunce, ma anche in concrete proposte, con circa una decina di emendamenti aggiuntivi al DDL n. 1030/A dal TITOLO DDL “Legge di stabilità regionale per il triennio 2026-2028”, che incidono a costo zero, sul bilancio regionale, ma che potrebbero radicalmente apportare migliorie al funzionamento della macchina burocratica regionale.

Tornando al tema centrale dei funzionari regionali che potrebbero aspirare, legittimamente potremmo dire, a ricoprire postazioni dirigenziali, spiace constatare che il governo regionale impegnato più a stabilizzare i comandati (raccomandati ?) delle ASP regionali verso l’assessorato della salute, abbia perso di vista tutta una serie di iniziative che potrebbero da una lato migliorare l’assetto burocratico della regione siciliana, valorizzando e capitalizzando competenze ed esperienze, interne, assicurando al contempo un risparmi notevolmente sui costi di gestione della ancora più che elefantiaca macchina burocratica regionale.

Indubbiamente sono iniziate le manovre elettorali e gli schieramenti che si intravedono potrebbero dimostrare sempre più che alcune alchimie “non convenzionali” potrebbero diventare centrali per la formazione di nuovi assetti “trasversali” che potrebbero vedere la luce di qui alle prossime elezioni regionali.

Al netto di Cateno De Luca e le sue manovre tattiche, come opposizione e come maggioranza, ma che certamente come sempre risulta come la Fenice che risorge sempre a nuova vita. Work in progress!

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