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Politica

SIRU – Paternò-Ragalna, sistema intercomunale scomparso nella nebbia. E Catania (Fua) presenta il suo futuro

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di FRANCESCO FINOCCHIARO

“Undici nuovi interventi per una Catania più sostenibile, accessibile e culturale. Presentati a Palazzo degli Elefanti dal sindaco Enrico Trantino, dall’assessore ai fondi Ue Sergio Parisi e dal presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi, i progetti della FUA (Area Urbana Funzionale) di Catania finanziati con 37 milioni di euro del PR FESR 2021-2027”.

Paternò-Ragalna, sistema intercomunale scomparso nella nebbia. E Catania (Fua) presenta il suo futuro a tuttiGli interventi riguardano l’efficientamento energetico il miglioramento sismico, l’accessibilità pedonale, la creazione di un percorso ciclo-pedonale e di un polo museale, la riqualificazione pedonale e ciclabile di vie storiche, di edifici monumentali, di aree degradate, la realizzazione di strade scolastiche sicure e verdi, nei 22 comuni dell’area metropolitana e mirano a trasformare la città attraverso sostenibilità, cultura e mobilità intelligente. Con una visione che punta alla Catania del 2030 più green, accessibile, sicura e inclusiva.

Se da una parte Catania programma e usa i fondi disponibili del FUA, dall’altra il SIRU (Sistema Intercomunale di Rango Urbano) tra Paternò e Ragalna sembra scomparso nella nebbia. Ma non basta, se da una parte Catania costruisce un parco progetti diversificando le azioni all’interno di una strategia complessiva che mira a riattivare le potenzialità del territorio, dall’altra, tra Paternò e Ragalna, dalla lettura dell’ultimo bollettino, si evince solo una ossessiva attenzione alla messa in opera di pannelli fotovoltaici – poca cosa per rigenerare il territorio.

Lo abbiamo detto più volte, scritto e dichiarato. Il SIRU Paternò-Ragalna sembra un cappotto cucito su misura per essere indossato da pochi, privo di una visione di sistema e privo di una strategia complessiva. Catania va avanti, Augusta pure, Paternò-Ragalna, non pervenuta. Eppure, aveva a disposizione circa novanta milioni di euro, per dare una svolta alle due città, per avviare processi virtuosi di riqualificazione e modernizzazione. Ma la bulimia burocratica, la faziosità associativa, la negligenza politica, stanno vanificando tutto.

Il sogno di riconnettere il ponte romano di Pietralunga sul fiume Simeto all’Etna, passando per l’acropoli di Hybla Major, le salinelle, la nuova stazione della Metropolitana, lungo la viabilità Paternò-Ragalna, intercettando il parco di Currone, il villaggio San Francesco, fino ai boschi etnei, appare una chimera. Basterebbe copiare l’indice dei lavori di Catania & C., capendone la logica, per fare meglio di nulla. Ma un piano, nelle mani di pochi dirigenti locali, troppolegati a pochi intimi, condizionato da interessi speciali e particolari (fotovoltaico per esempio), poco partecipato nella forma e nella sostanza, privo di una regia autorevole e determinata, privo di una visione strategica condivisa e validata, non può ambire a diventare un vero strumento di sviluppo economico e culturale.

Paternò-Ragalna, sistema intercomunale scomparso nella nebbia. E Catania (Fua) presenta il suo futuro a tuttiTutto fermo, tutto tace, tutto muore. Anche se poi, qualcuno dice che “eppur si muove” qualcosa. Teneri tentativi di sopravvivenza, movimenti flebili, quasi impercettibili. Nel frattempo, gli altri vanno avanti come in alcuni ambiti strategici dell’Etna di nord-est. Tutti verso la riconnessione tra mare, fiumi e Etna. La Ragalna-Paternò, attende il “Messia”.
Eppure, da questa e da altre testate erano arrivati, in questi anni, diverse sollecitazioni, contributi, spunti di riflessine. Si vede che il potere di certe lobby è invadente e potente, nulla deve cambiare. Un vero peccato, uno sperpero di denaro. Questo strumento economico inghiottito dalle sabbie mobili della Paternò di governo che ha già dimostrato tutto il suo potenziale distruttivo. Recentemente con le Salinelle, un disastro ambientale e archeologico, con il collettore fognario di San Marco, misterioso e ingombrante. Con i contratti di quartiere, in attesa di una condanna definitiva, con la villa comunale che resta abbandonata a se stessa, priva di un progetto e di un vero finanziamento.

Quello che imbarazza, rimane il silenzio totale che circonda queste vicende. Un silenzio che non sappiamo più se è complicità o superficialità o peggio ancora impotenza. Un silenzio non solo politico ma civico. Tutti concentrati a fare altro (a non fare nulla). Tutti in attesa di un evento esterno risolutivo. Tutti in attesa di una santa, di un eroe, di una tempesta. Attendere prego, attendere prego. Nel frattempo, Catania – giustamente – va avanti.
In questo momento in città (Paternò-Ragalna) esistono due modelli, uno è quello che sta producendo tutte queste anomalie e patologie, l’altro è chiuso a chiave in un cassetto. Chissà chi ha la chiave di questo cassetto.

fonte Corriere Etneo

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