
Adesso si attende l’ulteriore step a seguito dell’avvenuto scioglimento per mafia del comune di Paternò. Quello delle incandidabilità degli amministratori di ogni tipo e a vario titolo (sindaco, assessori, consiglieri).

Lo scioglimento del consiglio comunale per mafia o condizionamenti può dar luogo a incandidabilità (o ineleggibilità) per gli amministratori coinvolti, se viene accertato un loro coinvolgimento reale o una gestione gravemente compromessa.
In particolare, non è necessario che vi sia una condanna penale definitiva per mafia. Anche il semplice accertamento di “condizionamento” o di “cattiva gestione” finalizzato alla manipolazione di appalti, opere pubbliche, servizi etc., può bastare a determinare l’incandidabilità.
In particolare, secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione (ordinanza 22 maggio 2024, n. 14356), è sufficiente che l’amministratore “non sia riuscito a contrastare efficacemente le ingerenze e pressioni delle organizzazioni criminali operanti nel territorio” o che abbia tenuto “una condotta inefficiente, disattenta e opaca” che si riflette in una gestione oscura o compromessa dell’ente. Non è dunque necessario che venga contestato un reato mafioso o che vi sia una condanna penale, l’accertamento può fondarsi su elementi di “condizionamento”, “pressioni”, “infiltrazioni”, “cattiva gestione”, per il ruolo ricoperto, sia esso il sindaco, l’assessore, il consigliere comunale o il funzionario.
Con questa ordinanza, la Cassazione ha ribadito, quindi, che bastano semplicemente elementi di “condotta inefficiente e/o disattenta” e la mancata opposizione a qualsiasi tipo di ingerenza o pressione, per dichiarare l’incandidabilità.
Adesso alcune domande affiorano per avere chiarimenti per l’individuazione dei soggetti incandidabili:
- Quei consiglieri che hanno omesso il mancato controllo amministrativo, che gli assegna la legge, rientrerebbero in questa categoria?
- Ossia anche chi ha votato i provvedimenti, oggi, oggetto di incriminazione, proposti dall’amministrazione comunale?
- Oppure chi ha fatto in modo che l’amministrazione, sciolta per mafia, potesse approvare, anche se in minoranza, tramite il mantenimento tecnico del numero legale, alcuni provvedimenti dubbi, malgrado questi siano stati oggetto di netta opposizione, fatta da alcuni in consiglio, dove si denunciavano delibere illecite, dubbie, sconsiderate?
- Ovvero chi ha consentito a questa amministrazione di non andare a casa e continuare nelle condotte che poi hanno portato allo scioglimento per mafia, non firmando la mozione di sfiducia?
Sono questi gli argomenti da approfondire ulteriormente. Non solo per gli aspetti politici.
Va bene. Finiamo qui in attesa di leggere le motivazioni che hanno portato all’adozione del provvedimento antimafia, chi sono i responsabili del disastro individuati dagli organi competenti e chi dovrà sparire dalla scena pubblica.