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MILANO, CATANIA, PATERNÒ, LE MANI SULLA CITTÀ.

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Lo scandalo dell’urbanistica “creativa” nella città più europea dell’Italia. Un caso giudiziario che riguarda la giunta meneghina, con in testa il sindaco, l’assessore alla rigenerazione e all’urbanistica. A completare il quadro delle responsabilità, alcuni architetti di chiara fama e gli imprenditori immobiliari più attivi nella città milanese […] La scorciatoia normativa, ad uso di pochi, per legittimare gli incarichi che giravano in maniera circolare, tra controllato e controllore, tra chi doveva autorizzare e chi era autorizzato, umilia un’intera categoria di progettisti e imprenditori, fuori da questa economia “circolare”. […]  Il caso Milano è circoscritto solo a Milano? Cosa succede nelle altre città di questo bel Paese? La sensazione è che ovunque e sotto casa nostra, nulla è diverso da quello che succede in Lombardia. Cambiano le forme, le dimensioni, gli attori, i capitali, ma le anomalie sono identiche. Se la Magistratura guardasse con attenzione sotto casa nostra sarebbe una catastrofe […] 

Abbiamo riportato sopra alcuni spezzoni di un articolo →(link)  molto più esaustivo complessivamente, sul tema della gestione del territorio, che affronta oggi Francesco Finocchiaro, ma, in questa sede, abbiamo voluto sottolineare solo alcuni aspetti, quelli più politici, a nostro parere, e non anche quelli tecnico-culturali, propri degli architetti.

Mi limito a tre punti, scrive Vincenzo Costa, professore ordinario di Filosofia Teoretica presso Università Vita-Salute San Raffaele, in un suo post sui social:
1) Sala ha usato il territorio in maniera sconsiderata, per attrarre gente che usa la città come si usa un autobus, che serve per arrivare da qualche parte. L’idea era ed è di una Milano che attrae gente in carriera, ricchi, creativi, che la usano appunto per questo.
2) Sala e Boeri hanno avuto una concezione classista e ferocemente carica di disprezzo verso i ceti popolari, ridotti a “senza casa”. Questi dovevano essere espulsi da Milano. Così, Boeri dice a Sala: “Bisognerebbe dire a Majorino” – all’epoca assessore – “che più trattiamo con i guanti gli homeless e più ne arrivano. C’è una costante migrazione verso Milano”. E Sala risponde: “Capisco, in questi giorni faccio il punto”.
3) Boeri a un certo punto dice a Sala che ha provveduto a non fare pubblicare dal Corriere un certo articolo che avrebbe potuto diffondere certe idee. Dunque, la democrazia e la libera stampa, i valori dell’Occidente sono questi? Ma non era in Iran che avvenivano ste cose?
Insomma una amministrazione di sinistra che ci sembra più ammantata ed estremista del nazismo. Volevano fare una sorta di “pulizia etnica, con relative camere a gas”? È questa la sinistra? Congratulazioni. Quindi erano assolutamente consapevoli della gravità delle parole dette e non solo dette, tanto da intervenire sul Corriere della Sera per non rendere pubblici i colloqui. Alla faccia della sinistra e della propria presunta superiorità etico-morale. Oramai, e da tempo, non ci si meraviglia più di nulla.
Ciò che succede a Milano ci sembra un film già visto anche alle nostre latitudini, con particolare riferimento a due realtà, come, a mò d’esempio, Catania e Paternò, che conosciamo meglio, e che nelle dovute proporzioni appaiono molto simili a questa storia della Milano da bere.
  1. Le chiusure pedonali a Catania cosa sottendono, ve lo siete mai chiesti? Anche qui vi sono nomi illustri, professoroni, insigni professionisti, che gestiscono il territorio, realizzando interessi personali e/o di lobby (?). Sappiamo, ma non possiamo scriverlo.
  2. Come per il nono comparto della zona PEEP di Paternò, dove ci dicono siano stati perpetrati alcuni delitti urbanistici e dei quali abbiamo scritto abbondantemente.

Sono questi, solo due esempi tra troppi, della dissennatezza e disinvoltura con cui viene gestito il territorio.

L’urbanistica è il miglior business di una amministrazione, ci ha riferito tempo fa un ex assessore comunale, che condiziona non solo l’immagine di una città, ma che coinvolge innumerevoli interessi, prima fra tutte l’edilizia, i palazzinari, e la relativa cementificazione indiscriminata, anche con volumetrie “variabili”, ad usum sui. È questo il motivo per cui il PUG non viene adottato dalle amministrazioni, per consentire interventi a macchia di leopardo, come si dice, non sempre regolari.
Poi quello che ci sconvolge, per Milano, ma non solo per Milano, è il doppiopesismo culturale, e di come il PD guarda il pelo nell’occhio degli altri e non la trave in quello proprio (Luca 6:41-42).
Conclude così Vincenzo Costa: “Tempo fa alcuni conoscenti mi accusavano di non spendermi per Sala, per fermare i fascisti, le destre becere. Ecco, essere piddini significa essere cialtroni. Tutti coloro che hanno fatto campagna per Sala possono essere o collusi o cialtroni. Non si da terza possibilità. D’altra parte, il modello Milano accomuna destra e sinistra. La scelta sarà semplicemente: i palazzinari dovranno rivolgersi al Pd o al centro-destra”?. 

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