Siamo alla seconda puntata delle tante interviste programmate, tra chi ha chiesto di intervenire e chi è stato chiamato tra cittadini interessati alla società cui appartengono. Iniziativa che abbiamo già presentato come INTERVISTE IN LIBERTÀ. Un evento a puntate per meglio conoscere non solo il pensiero di chi lo vuole esprimere pubblicamente, ma anche perché si abbia uno spaccato multitasking del territorio siciliano.
- Privitera l’ha definita “l’unica che ha detto la verità del modus operandi in Consiglio”. Sono le parole di un fan oppure una valutazione obiettiva. Come interpreta queste parole?
Le interpreto come la conferma che chi guarda col distacco del cittadino le dinamiche consiliari, sa che non si tratta di opinioni personali, ma di fatti. A Paternò il problema non è solo un sindaco che ha perso la maggioranza, è un sistema politico che si è conformato a sopravvivere, a galleggiare. C’è una maggioranza sfibrata che non regge più l’aula e un’opposizione divisa tra chi contrasta davvero e chi ha scelto di non confliggere. Per comodità personale? Non è una fotografia piacevole, ma è reale. Privitera l’ha chiamata complicità.
- In che senso il Consiglio non esercita il suo ruolo?
I casi sono evidenti. Sul DUP, sul bilancio e sui conti in generale si accumulano denunce e smentite, ma poi in aula prevalgono rese tattiche. C’è stato chi ha pubblicamente segnalato numeri incongruenti e poi finisce per votare quegli stessi atti contabili. È così che nasce la “finta opposizione ”, non quella che vota sempre a favore, ma quella che, nelle partite cruciali, non vuole incidere. Ricordo ancora il cosiddetto “consiglio-processo” contro di me, convocato non per discutere dei problemi della città, ma per colpire chi ha avuto il coraggio di denunciare. Da quale pulpito poi viene la predica, di chi eletto nella coalizione avversa a Naso che poi “salta” in braccio a lui prima del tempo.
- Oggi la crisi politica è evidente, che non coinvolge solo gli addetti ai lavori, bensì tutta la città. Qual è la sua valutazione?
Le variazioni di bilancio portate ad agosto, alla vigilia dell’apertura dell’anno scolastico, sono la vergogna di un’amministrazione priva di programmazione. La seduta cade per la mancanza del numero legale, e non è un episodio isolato. È il punto di emersione di una crisi che dura da mesi. Ad agosto, il Sindaco ha dichiarato che la Giunta “sopperirà a ciò che non ha fatto il Consiglio” sulle variazioni, ma non può essere così, quelle sono competenza esclusiva del Consiglio. Non è efficienza, è ammissione di non avere numeri, è il tentativo di spostare il dibattito dal piano istituzionale a quello mediatico. È un copione che adotta da sempre: presentarsi come risolutore quando è causa del problema. Una propaganda, classica dei regimi non democratici, che ormai è diventata stantia e stucchevole. Lo hanno capito tutti.
- Ha in programma iniziative specifiche?
Sì. Sul piano politico, credo che chi fa opposizione debba assumersi un impegno pubblico e vincolante, non ci sono mille priorità, ce n’è una sola liberare la città in qualsiasi modo facendo emergere la verità. È l’unico modo per distinguersi da chi occupa il proprio ruolo solo formalmente nella utilità personale.
In parallelo, sto preparando una mozione di censura nei confronti dell’assessore Coluccio. Un atto necessario dopo una serie di comportamenti e scelte che, a mio giudizio, che hanno dimostrato assenza della politica nei momenti cruciali. Oltreché una gestione discutibile, direi anche assente, delle deleghe in suo possesso. Non è un’iniziativa simbolica, ma un passo per ristabilire il principio che chi ricopre incarichi pubblici deve rispondere delle proprie azioni. Questo è un pensiero largamente condiviso, poi dalle valutazioni condivise alla prova dei fatti… vedremo chi vi aderirà e la voterà. Ma leggerete le motivazioni puntuali.
Se il sindaco Naso ha i numeri, li dimostri in aula su atti concreti. Se non li ha, ne prenda atto. Non serve un’altra diretta social, serve un voto d’aula. Se non si dimette, l’unico strumento è la mozione di sfiducia. Tenere in vita una legislatura che non decide e non controlla non è stabilità, è tirare a campare, un trascinamento, e il trascinamento ha un costo sociale, servizi bloccati, cantieri non aperti e mai ultimati, scuole costrette a soluzioni provvisorie, all’ultimo minuto per mancata seria programmazione.
- Cosa si aspetta che accada se la mozione di sfiducia non passerà?
Almeno sarà chiaro a tutta la città chi vuole davvero voltare pagina e chi, invece, tiene in piedi un’amministrazione dannosa. E non parlo solo del sindaco, la responsabilità è anche di chi, in consiglio, ha preferito non forzare, non esporsi e non assumere posizioni nette. In questo contesto, non servono capri espiatori: serve che la città torni a essere governata con regole, tempi certi, responsabilità e rispetto delle funzioni. La politica non è un set, il consiglio non è una platea, l’amministrazione non è una bacheca pubblicitaria.