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NON SI FERMA IL VENTO CON LE MANI

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Si comprende facilmente il significato di questa frase di Seneca se la si inserisce all’interno della filosofia stoica di cui egli fu massimo rappresentante. Secondo gli stoici il cosmo è pervaso dal logos, ovvero dalla ragione universale, che ordina gli eventi e determina il corso della storia umana. Tale forza domina anche le nostre singole esistenze, tanto che ad essa è inutile opporci.

Questo è un primo significato che possiamo attribuire a questa frase: il vento della ragione, che Seneca chiama anche fato, destino ineluttabile, non si ferma. Non è in potere di nessun essere umano farlo, tanto che al contrario, il filosofo ci avverte: “Ducunt volentem fata, nolentem trahunt”, ovvero il destino trasporta chi lo asseconda, trascina via chi gli si oppone. Potrebbe esserci comunque chi tra noi non crede né al logos, né al fato, né a un destino ineluttabile; tuttavia trovo che anche per costoro la frase di Seneca abbia un senso profondo. Ci sono cose che sfuggono alla nostra comprensione, ma soprattutto eventi che sfuggono alla nostra volontà. Il vento fa pensare a qualcosa di inafferrabile. È una forza più grande di noi, tanto che non la fermeremo mai perché non la vediamo. Mi sembra che questa frase debba farci riflettere sul senso di impotenza che caratterizza a volte l’esistenza umana. Dico a volte perché non sempre soffia il vento.

Resta comunque, l’idea di impotenza, una realtà costitutiva del nostro essere con cui dove fare i conti. Come reagire? A nulla valgono le furberie che inopinatamente si cerca di mettere in campo, quando migliaia e migliaia di persone si mettono a compiere una valutazione proprio nei giorni di ferie, nel giorno di ferragosto. Il vento sono proprio loro, questi cittadini che tengono alla propria città, che senza nessun impulso esogeno rispondono a delle domande online, magari sotto l’ombrellone.

Come sarebbe difficile a chiunque diffondere ad una platea così grande le proprie sollecitazioni. Se ne facciano tutti una ragione il popolo, sceglie liberamente quando in maniera anonima può compiere tale scelta. Il sondaggio proposto misura la popolarità, il gradimento sui nomi. Potrebbe diventare un’indicazione seria per leader illuminati, ma solo al raggiungimento della soglia minima di almeno il 10% (circa 4mila) degli aventi diritto per essere presa in considerazione, come dicono gli esperti di marketing. È il trend del sentiment popolare, se volete, lasciato poi alle scelte delle forze politiche. Il resto è solo uno spettacolo di cabaret, messo in scena da burloni per nascondere la debolezza di chi si agita grottescamente, non pensando che tale agitazione potrà solo fare godere altri, non credendo alla partecipazione, sulla quale potrebbero sbattere e farsi male.

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