
Ci sono elementi concreti a Paternò che suggeriscono che una parte dell’opposizione sia “formale ma non sostanziale” in vari momenti, attraverso astensione, assenze o presenze strategiche per mantenere il numero legale , critiche verbali senza azioni efficaci, reticenza nel sostegno a misure forti come la mozione di sfiducia.
Tuttavia, non tutta l’opposizione è monolitica: ci sono consiglieri che cercano strumenti reali di controllo, firme di mozione, espressioni critiche chiare (per esempio Lauria, Benfatto, Terranova e Borzì)
L’aspetto stampella evidenzia che ci sia solo un’opposizione di facciata, che certamente contrasta col concetto sostanziale, di contrasto vero, che si sottolinea nel comportamento di voto, in assenze strategiche. Nel bilancio, per mero esempio, alcuni consiglieri dell’opposizione pur presenti per non fare cadere la seduta si astengono funzionalmente, il che permette il passaggio dell’atto senza un’opposizione piena. Questa è l’interpretazione di stampella, se l’assenza o la presenza è voluta per non ostacolare chi governa. Solo alcuni dell’opposizione hanno denunciato pubblicamente; hanno proposto mozioni, interventi mediatici. Però, alla fine dei conti non sembra che ci siano state manovre efficaci, eclatanti per cambiare la situazione.
Basandoci sui casi trovati e incrociandoli con il concetto di “stampella politica”, emergono alcune considerazioni come:
Critiche alle parole del consigliere “dell’opposizione” che contesta il giudizio espresso da altre consigliere, è molto chiaro definire Cunsolo “finto consigliere d’opposizione” e “stampella della maggioranza”. Citiamo solo lui, per adesso, perchĂ© è stato il proto-esempio di chi eletto nelle file dell’opposizione, e ancor prima dell’insediamento ha ben pensato di fare il “salto della quaglia” per il misero incarico di presidente della commissione urbanistica-lavori pubblici. Ricordiamo che Cunsolo è un tecnico (geometra), quindi???
L’opposizione sostanziale (come detto Lauria, Benfatto, Terranova e Borzì) si è attivata criticamente, ha reagito pubblicamente. Ma solo loro. Tutto il resto è stata solo fuffa.
Il focus piĂą importante resta comunque la mancata mozione di sfiducia, annunciata e mai presentata, che sottolinea esitazione politica. Critiche sfociate poi in accuse di “complicitĂ morale” per non firmare la mozione di sfiducia. Significa che l’opposizione è divisa e/o riluttante a spendersi fino in fondo, pur di non lasciare la poltrona. Questo è ritenuto il piĂą eclatante esempio di stampella politica. Comunque le firme si sono fermate a otto per la mozione, segno che almeno una parte dell’opposizione è pronta a misurarsi o anche questi fanno “ammuina”, con suggerimenti a non firmare anche da parte di chi aveva giĂ firmato.
Questi alcuni elementi concreti che suggeriscono che una parte dell’opposizione (anche alcuni che hanno firmato la mozione, come sottolineato) sia “formale ma non sostanziale” che si concretizza in vari momenti, attraverso astensione, assenze, presenze strategiche per mantenere il numero legale, critiche verbali senza azioni efficaci, reticenza nel sostegno a misure forti e concrete. Tuttavia, non tutta l’opposizione è una monolitica stampella, ci sono consiglieri che cercano strumenti reali di controllo nei confronti di un’amministrazione dissennata.
Concludiamo con l’analisi generale del significato di STAMPELLA POLITICA.
Il concetto di stampella politica, riferito ai consiglieri comunali che sono opposizione “formale ma non sostanziale”, è un fenomeno complesso, che ha implicazioni istituzionali, politiche, etiche e culturali. Ci si presenta come minoranza, contrapposta formalmente alla maggioranza. Ma che non mette in pratica un’azione critica significativa, sistematica, autonomamente incisiva. In sostanza, questi sembrano “di opposizione” per forma, ma nei fatti non contrastano realmente la maggioranza, (“fare da stampella”) anche se non appartengono alla maggioranza.
La “stampella” indica che questa opposizione sussiste formalmente per consenso, visibilità , o per rispetto elettorale, ma che non considera seriamente l’alternativa, non pretende cambiamenti reali, non provoca conseguenze politiche significative. Potrebbe anche approvare atti (la scusa è sempre il bene della città ), astenersi in voti chiave, non utilizzare strumenti di controllo, non produrre proposte autonome, non mobilitare pubblico o elettori in manifestazioni di protesta.
Le cause possono essere molteplici: FragilitĂ organizzative; Convenienze politiche; Cultura politica debole; Rischio di perdita della “poltrona”; Mantenere un dialogo con la maggioranza, per ottenere qualche beneficio o favori locali.
Queste e solo queste le valutazioni da fare in futuro. L’analisi comportamentale dei singoli, per sapere chi ha diritto ad “un posto al sole”, e che invece dev’essere relegato all’oblio eterno.