SOLDI, SOLDI, SOLDI. La salvaguardia della casta è un concetto critico che si riferisce alla tendenza della classe politica, o meglio dei politicanti, a proteggere se stessa da fastidi esterni che potrebbero limitare i loro privilegi, il potere o i benefici. Questo fenomeno può manifestarsi attraverso, come nel caso in specie, con indennità privilegiate, ovvero resistenza al cambiamento se questo comporta una loro diminuzione. In sintesi, la salvaguardia della casta rappresenta un ostacolo alla piena democraticità e al rinnovamento delle abitudini, e deve essere necessariamente oggetto di denuncia della stampa, senza se e senza ma.
Veniamo al caso concreto. Per mero esempio citiamo l’ultima seduta del consiglio comunale di Paternò. I consiglieri erano chiamati ad una modifica del regolamento che prevedeva la riduzione dei costi del consiglio, così come da invito ad adempiere richiesto dalla Regione, a seguito di una segnalazione fatta dal segretario generale del comune e successivamente approvata, come proposta al consiglio, dalla giunta.
Ebbene la casta dei consiglieri non ha accettato questa riforma del regolamento, che in soldoni prevederebbe una riduzione dei gettoni complessivi, limitando il proliferare delle presenze in commissioni, non solo per i gettoni, ma anche per le assenze dal posto di lavoro che queste perenni presenze concretizzano e che gravano sui loro datori di lavoro, che poi vengono risarciti dal comune. Ma la proposta è stata bocciata, salvaguardando così il volume dei propri gettoni e i privilegi di casta.
Chiamiamo l’appello, specificando che chi vota a favore è per la riduzione della spesa, chi è contrario, invece, per la salvaguardia della casta e dei loro gettoni senza nessuna riduzione:
- Tripoli astenuto; Lauria a favore; Governa contrario; Tomasello S. contrario; Frisenna contrario; Gulisano a favore; Benfatto a favore; Catena contraria; Russo contrario; Lopis contrario; Chirieleison contraria; Faranda a favore; Malerba contrario; Cunsolo contrario; Palumbo contraria; Borzì S. contrario; Di Fazio contrario; Borzì F. a favore; Virgolini contrario.
E con voti a favore 5 e contrari 14, il consiglio non approva, così da mantenere i privilegi. Ricordateveli questi nomi.