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I BOTTI DI FINE ANNO. L’intervista all’On.le Francesco Ciancitto.

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Un’intervista già programmata da tempo, ma come si sa, il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Infatti appena finito l’incontro ci arriva la notizia della pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica sullo scioglimento per mafia del comune di Paternò, con allegati le complesse relazioni del Ministro e del Prefetto di Catania, che tracciano un’immagine mortifera, ma che guarda caso  ripercorrono, latu sensu, i temi affrontati nell’intervista.

«La situazione di Paternò è molto complessainizia così Ciancittobisogna ricostituire il senso di comunità, di appartenenza. In questi ultimi anni ho solo sentito, da parte di qualcuno, della “mia Paternò” che sottolinea un aspetto patronale, non della nostra Paternò e la differenza sta proprio nel sentire tutti noi appartenenti al senso di cittadinanza e fare il sindaco di tutti e non solo di parte. Passare dal mio al nostro è la prima grande rivoluzione da fare, proprio per sottolineare che qui non ci sono padroni. Sono anni che viviamo questo senso di precarietà amministrativa, dal secondo mandato Failla dove ci sono stati alcuni soggetti che non hanno consentito al primo cittadino di operare bene e correttamente. Poi è arrivato un inesorabile declino di questa comunità. Per superare questo momento adesso abbiamo bisogno di tutte le forze sane della città. E mi rivolgo ai professionisti, ai sindacati, agli imprenditori, ai commercianti, agli artigiani e a tutti quelli disgustati che preferiscono non andare a votare».

Poi parla de suo partito, Fratelli d’Italia: «Il nostro partito ha mirato a migliorare la qualità del territorio, l’interesse per la città, portando importanti investimenti è stato forte e importante, parlo della Metropolitana che cambierà e rivoluzionerà la città, anche se in questi due anni bisognerà lavorare per il completamento delle infrastrutture, ricordo anche il raddoppio della statale verso Adrano, la ristrutturazione dell’ospedale SS. Salvatore, così come illustratami dal direttore generale dell’ASP. Ma anche moltissimi finanziamenti voluti dal Presidente Galvagno, da ultimo cito quello del Salvatore Bellia senza il quale la struttura avrebbe chiuso, per non parlare di altri micro-interventi a sostegno della comunità. Si poteva fare di più? Certamente, ma bisogna trovare gli interlocutori giusti. Se il tuo interlocutore è sordo e percorre una strada diversa da quello che vuoi percorrere tu … non si riesce a dialogare con chi è sordo». 

In ultimo entra nello specifico, la selezione della classe dirigente: «Sia io, che il Presidente Galvagno avevamo dato un forte indirizzo verso la mozione di sfiducia, alcuni consiglieri del nostro gruppo consiliare ci hanno seguito, con in testa Giovanni Piana che a seguito del fallimento dell’operazione sfiducia si è dimesso, ma anche altri erano su questa posizione in contestazione con il resto. La storia non si può cancellare, io racconto le vicende. Non abbiamo preso decisioni drastiche in quel momento, ma obiettivamente ci siamo fatti un’idea di chi sono gli interlocutori (stampelle comprese – ndr). A buon intenditore poche parole. Bisogna essere rigorosi nella futura selezione della classe dirigente. La vera selezione avverrà in questi due anni, così come detto negli incontri che abbiamo avuto in queste settimane, tracciando la linea da seguire. Non sono solo i portatori di voti da ricercare, l’importante è dimostrare di essere classe dirigente, selezionando i  giovani e i meritevoli. Questo sarà anche il metodo per la ricerca del candidato sindaco, anche se ancora è prematuro parlarne, poi sarà la città nelle nostre interlocuzioni, secondo i parametri prima espressi, ma posso dire che la prima caratteristica che deve incarnare è la capacità dell’ascolto. Si riparte da zero».

Poi arriva la diffusione del decreto di scioglimento, che rende ancora più drammatica la situazione complicata che descrive Ciancitto, rimarcando le varie complicità degli impiegati comunali infedeli, delle associazioni complici, e delle connivenze malavitose, a detta da ciò che si legge. Ma certamente questo lo affronteremo in subito dopo, a capitoli dedicati per ogni argomento, in uno sforzo esegetico.

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