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IL PERICOLO NUMERO UNO … IL PRESIDIO

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La preoccupazione è estremamente seria e merita una riflessione approfondita. L’affermazione è, che il presidio partecipativo di Paternò stia cercando di instaurare il sequel del regime nasista, affinché questo possa avere continuità con le stesse idee, con gli stessi fatti, con gli stessi incarichi, con le stesse prebende, trasformando però, a loro dire, il ranocchio naso, in un principe caruso.

Ciò è un fatto gravissimo, perché il disastro che adesso è sotto gli occhi di tutti, pensano di farlo scomparire, a parole e propaganda, solo con una mano di vernissage. 

Non per essere pedanti, ma riteniamo fondamentale trattare spesso argomenti di questa natura, con il massimo del rigore, basati su evidenze concrete prima di giungere a conclusioni che rivelino l’esatta natura delle cose.

Stanno tentando, in soldoni, di imbastire un’operazione tripartisan che raccoglierebbe pezzi del centrosinistra e del centrodestra, per cercare di trovare la terza via. 

Parrebbe che abbiano individuato anche un candidato sindaco che metta d’accordo pezzi diversi e antagonisti, fino ad oggi, degli attori politici in campo e che sia l’attrattore della nouvelle vague più vecchia di sempre. Un pseudo buonista, insomma, che renda pulita l’immagine complessiva, per nascondere la sporcizia sotto il tappeto, in una operazione di bassa lega, per chi sa leggere, finalizzata al mantenimento del potere. 

Circola con insistenza, salvo essere poi smentiti, il nome che dovrà guidare l’operazione, sia Giovanbattista Caruso, assessore nasista alla cultura, molto gradito a Naso, ma anche a questa sinistra fuori quadro, ma anche ad alcuni infedeli del centrodestra. Del soggetto, però parleremo in seguito, delle sue opere da amministratore locale.

Iniziano così con una mera azione di propaganda, in qualsiasi forma, che può essere utilizzata alla promozione di ideali positivi, ma solo per manipolare l’opinione pubblica a favore di obiettivi che nulla hanno a che fare con il “coltivare bellezza”, promuovere cultura e il bene della città. 

I gruppi che operano sotto l’egida del “presidio partecipativo” e di tutti gli aderenti al progetto “mascariamento”, dovrebbero essere soggetti a scrutinio severo e trasparente, e le loro azioni, nel corso di questi anni, dovrebbero essere analizzate pubblicamente e criticamente. 

Se poi ci sono alcuni rinvenimenti (e ci sussurrano che ce ne siano) riguardo a potenziali attività illecite o fuorvianti rispetto all’applicazione delle norme di diritto, queste li lasciamo agli inquirenti, agli ispettori, ma è anche essenziale che la comunità si mobiliti per garantire che le verità democratiche e i principi di giustizia siano rispettati.

E’ necessario quindi denunciare all’opinione pubblica le prove concrete. Confrontarti con altri membri della comunità cittadina per discutere di queste forti preoccupazioni, insieme ad esperti nelle materie che questi temi bisognino, così come ai media, per aumentare la consapevolezza di questa situazione, che mascherata da associazionismo e volontariato, invece lavora per rilanciare quella politica che ha ridotto Paternò in uno stato precomatoso.

La salvaguardia dei diritti e delle libertà democratiche è un dovere collettivo, e l’attivismo informato e ben fondato, è essenziale per combattere qualsiasi forma di oppressione o di idee estremiste che non tengono conto di quelli che non sono con loro. E’ un dovere combattere qualsiasi forma di mascariamento che tenda a perpetuare e garantire il regime, che governa con ogni forma di interessi particolari e personali.

Pensiamo agli incarichi destinati alla “CUMACCA”, nomi facilmente riscontrabili leggendo le determine benfatt…e,  ma non tutte fatte bene, e dove ci sarebbe molto da contestare o meglio da denunciare. 

Ricordiamo che, mentre è importante combattere le ingiustizie, piccole o grandi che siano, abbiamo il dovere di farlo in modo legale e pacifico, promuovendo la verità con accuse ai potenti di turno, ma non prive di fondamento.

La storia ci insegna che l’inedia civica può portare a conseguenze devastanti. È quindi essenziale operare in modo ponderato, ma anche responsabile ed estremamente rigoroso, nell’interesse della comunità.

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