
A volte succede che la gente viene affascinata da alcune cornici narrative che modellano ciò che “vediamo” come reale, questa è la cosiddetta distorsione della realtà, che indica qualunque meccanismo che fa percepire o raccontare il mondo, in modo deviato dai fatti. Svelare la distorsione, verificare fonti ed evidenze, cercando di evidenziare routine semplici ma ripetibili.
Detto ciò veniamo alla questione che stiamo affrontando da tempo, il Presidio Partecipativo, sottolineando fatti, indiscrezioni, rumors, e ponendo domande che in nome della non trasparenza nessuno rende. Ciò che riceviamo sono solo ostilità. Noi non vogliamo attaccare nessuna iniziativa, ma è pur vero che abbiamo un dovere verso la verità.
Potremmo essere anche noiosi a pubblicare quotidianamente quella che parrebbe una persecuzione mediatica, ma così non è e spighiamo il perché. Le nostre inchieste giornalistiche sul “Presidio” si perdono nel tempo. Abbiamo fatto domande, illustrato scenari, sottolineato arbitrarietà pubbliche, ma nessun chiarimento pubblico è stato mai dato.
Proprio da ultimo abbiamo pubblicato un articolo dal titolo
PRESIDIO PARTECIPATIVO: IL PORTO DELLE NEBBIE sul sito online www.qtsicilia.info, dove riproponevamo le solite domande e tutta la nostra rassegna stampa di questi mesi sul tema.
Il “Presidio” ha un’origine che hanno costruita bene, come ordine, luce, bellezza e fiorellini. Ma ad un’analisi attenta, guardando in profondità, ci sembra una tenebra indistinta, il Chaos assoluto, se letto in chiave esistenzialista o psicologica. Il Chaos personifica e assolutizza il concetto. Non è solo vuoto, è il principio stesso, l’origine assoluta, di un’avventura, niente e nulla più, tesa a costruire il vuoto, ma propagandando altro.
È una associazione, questa, che diventa impresa (?), che genera interessi (SIRU, incarichi professionali, contributi pubblici), in attesa dell’approvazione della Regione per diventare eco-museo. E per questa ragione fanno incetta di sigle e loghi di tantissime associazioni, inconsapevoli. Il vuoto non è solo una semplice assenza di contenuti seri, ma come qualcosa di attivo, che ghermisce, ingoia, confonde, una forza generatrice di interessi, ma solo per il contenitore “Presidio”, non per gli atri aderenti.
Si usa la location dell’ex Macello, dato in affidamento dal comune senza una manifestazione d’interesse pubblica, per ospitare mini eventi, anche di altri. Ed ecco che scatta la loro forza attrattiva, in quanto tutte le altre associazioni cenerentola non trovano luoghi. Questo fatto meriterebbe un serio approfondimento nelle sedi istituzionali preposte. Chi ha interesse al silenzio?
Il PRESIDIO PARTECIPATIVO, è proprio l’esempio più illustre che potesse essere messo in campo. Infatti proprio questa associazione (sinistra) è stata la più favorita in termini di interessi concreti dall’amministrazione Naso, amministrazione che qualcuno di loro definisce poi “afona che tende sempre a demolire”.
Ricordiamo sommessamente che proprio per merito, o demerito, di questo governo cittadino, il “Presidio”, che adotta la tecnica di allatta e piange, ha avuto assegnata, per esempio, direttamente e senza alcuna manifestazione pubblica, come sede l’ex Macello. È stata scelta, ancora, come partner unico per la comunicazione e l’animazione territoriale delle somme, circa 20mila euro, che la Regione assegna ai comuni. È un associazionismo dedicato. Il caso più eclatante è il PRESIDIO PARTECIPATIVO, è proprio l’esempio più palese di questo tipo di associazionismo. E la stessa e le proprie derivazioni, hanno vinto un bando farlocco di circa 8mila euro, promosso sempre dal comune con votazione online, come un televoto, dai risultati segretati e misteriosi. La spiegazione potrebbe essere che la valutazione nasiana è che è stata benfatto. Ma andiamo all’aspetto più concreto ed economicamente più rilevante. Avete notato chi intercetta il 90% degli incarichi determinati dal comune? Bene, sono quasi tutti afferenti a questa associazione che è ormai diventata un’impresa multiterritoriale. Dalla pseudo destra nasista alla sinistra, tutti concordi a favorirla.
Bene ha affermato l’assessore alla legalità Pippo Torrisi: «Non è possibile che a Paternò vi siano lavori pubblici che non vengono completati o che vengono incrementati da importi non dovuti […] non è possibile che i rapporti fra l’amministrazione comunale e i funzionari siano impostati sul volemose bene […] l’assessore dà solamente l’indirizzo politico ai funzionari, quindi dobbiamo intervenire anche sul discorso dei funzionari […] è un problema di controllo, di verifica, del comportamento dei funzionari di questo comune, in sostanza il potere decisionale che una volta era degli assessori, è dei capi unità operativa […] quello che deve realizzare gli atti è il funzionario». Ma metteteci mano? Non bastano le dichiarazioni d’intendo, anche se molto forti.
Infatti il Presidio Partecipativo è lo strumento operativo di chi dispensa incarichi? Che sceglie gli incaricati, come detto prima, tra i “partecipativi”? Poi anche se i lavori non vengono completati, l’importante potrebbe essere pagare le parcelle. È chiaro adesso il motivo per cui l’ing. Carmelo Caruso [candidato trombato a Ragalna], mette in risalto che loro sono i buoni e gli altri i cattivi o delinquenti? E attacca chi cerca di rompere il silenzio.
Possiamo dire infine che è un giocattolo questo che alimenta il “cerchio magico”, che in una attività peripatetica, mette le mani su Paternò, ma che tenta anche di monopolizzare l’attività del SIRU. Infine un consiglio ai lettori, bisogna leggere l’elenco degli incarichi con nomi, cognomi e importi, per rendere chiaro a tutti il nostro assioma, proponendo anche un’indagine patrimoniale su tutti questi.