
Un intervento apprezzato anche dai consiglieri che sostengono Nino Naso. Un intervento quello della consigliera Benfatto che si snoda tra equilibristi complici, stampelle, sfiducia e dimissioni. “Se siete in 18 – afferma nel suo intervento il consigliere/assessore Luigi Gulisano- potete fare ciò che volete, presentate la mozione di sfiducia”.
Ma i poltronisti non ci sentono e la città muore. La città li vorrebbe tutti a casa, sindaco e consiglio, perché, dicono, “su tutti i stissi”. Questo oggi è accertiamo che non è così.
Leggiamo con attenzione i passaggi topici dell’intervento in consiglio di Mariabarbara Benfatto:
«Ancora una volta sento il dovere di fare chiarezza, di dire le cose come stanno, e di farlo senza giri di parole. Assistita, come sempre, da una sola bussola: la verità[…] E qual è stata la reazione del sindaco? Invece di prendere atto di non avere più i numeri per governare, ha scelto la propaganda. Ha ringraziato sui social i consiglieri che ancora lo tengono in piedi e ha attaccato chi, come me, non è disposto a garantire più la sopravvivenza di questa amministrazione […] la città è stanca. La città ci vuole tutti a casa, sindaco e consiglieri. Vuole un’amministrazione che lavori davvero, non una giunta che si limita a partecipare a uscite pubbliche, a postare due foto e poi sparire senza produrre nulla. Non c’è una visione di città. Non c’è niente.
E vuole consiglieri che abbiano il coraggio di denunciare l’abbandono e la forza di invertire la rotta. Basta leggere i giornali, basta scorrere i social, basta ascoltare i commenti per strada per capire che i paternesi non ne possono più! La gente è esasperata e vuole qualcuno che parli chiaro, non che giochi di strategia per salvare la propria poltrona […]
E diciamolo chiaro, senza ipocrisie e senza paura: chi oggi garantisce il numero legale non sta solo tenendo in piedi il consiglio. No! Sta tenendo in piedi un sindaco che dovrebbe già essere a casa! E sapete perché? Perché così non vanno a casa nemmeno loro, i consiglieri di finta opposizione, quelli equilibristi del “oh mio Dio se non c è il bilancio c’è il danno alla città , o mio Dio se non c è il collegio arriva il commissario”. Quelli che un giorno si indignano e il giorno dopo restano seduti a fare da stampella. E allora diciamolo forte: che ci sono i complici. Complici tanto quanto lui che non ha il coraggio di dimettersi! Io non ci sto.
Non è mio compito, come consigliere di opposizione, garantire il numero legale per tenere in piedi chi ha perso tutto. O si è realmente all’opposizione o si diventa sostegno implicito. Punto. Ma seriamente in un momento delicatissimo per la politica tutta pensate di fare fessi i cittadini?
C’ero quando sono state chieste le dimissioni. C’ero quando la mozione di sfiducia è stata invocata. C’ero perché io quella mozione l’ho condivisa e firmata, mentre altri no, garantendo di fatto la sopravvivenza del sindaco. C’ero non prestando in alcun modo supporto al bilancio.
(Ed ecco la stoccata – ndr) Chi oggi sceglie di sedersi in aula non sta solo votando una delibera tecnica. Sta scegliendo di tenere in piedi questa amministrazione. Io questa responsabilità non la voglio e non la prenderò! […]
E aggiungo, con la stessa franchezza con cui ho sempre parlato: ho sempre creduto che stare dalla parte dei cittadini significasse rappresentarli in quest’aula. Ma se quest’aula continua a piegarsi a un sistema che produce solo danni… allora sì, forse bisognerà valutare anche scelte più radicali.
Le dimissioni, che non sono mai una resa, potrebbero diventare una possibilità se rappresentassero l’unica via per liberarsi da un meccanismo che non tutela più i cittadini ma li soffoca. Ma anche se le dimissioni non sono una resa andando via devo essere certa di non fare un favore e di non lasciare campo libero a chi ancora vuole restare… per questo le valuterò con chi mi ha dato mandato e con il mio partito».
… e abbandona l’aula.
IL VIDEO DEL CONSIGLIO 1
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