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Paternò al bivio, Rinascita o Ghetto da Incubo

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di Valerio Buemi x Freedom24 News – 

«La gravissima situazione di insicurezza, degrado e inciviltà che sta flagellando Paternò e in particolare l’area del centro storico rende urgentissimo che la “parte sana” della città non si chiuda in una rassegnata accettazione di un destino sfortunato, ma faccia la sua parte per riappropriarsi dei beni comuni, per rifiutare fermamente il dilagare dell’alcolismo e del consumo di crack a tutte le ore e nelle pubbliche piazze e vie, per costruire reti di solidarietà che impediscano la totale deriva etica ed esistenziale di alcuni dei propri concittadini, di quel “prossimo” che il nostro Signore Gesù (su di Lui la Pace) ci insegna ad amare come noi stessi.

L’attuale Amministrazione comunale, delegittimata da una grave inchiesta giudiziaria e offuscata dalla pervicace volontà di rimanere attaccata alle proprie poltrone, si è dimostrata tragicamente incapace di garantire l’ordine pubblico, il decoro e i buoni costumi, per non parlare dell’assenza paurosa di una strategia di sviluppo economico e sociale per il terzo Comune della Città Metropolitana di Catania. L’opposizione in Consiglio comunale, che molto avrebbe potuto fare e nulla ha fatto per contrastare quest’orrendo declino, ha preferito veder sprofondare la città.

In trepidante attesa delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri, che ci auguriamo possano liberare una comunità di 45.000 persone dal malgoverno, tutte/i le/i cittadine/i si devono sentire responsabili per come la città è ridotta e devono agire per impedire il naufragio di una località che è stata parte della storia migliore della Sicilia. Troppo facile usare le comunità straniere residenti a Paternò come capro espiatorio del degrado (gli stranieri devono essere invece integrati e resi parte del cambiamento positivo della città in cui vivono), troppo comodo delegare alle debolissime forze degli uffici comunali la risoluzione di problemi strutturali, che richiedono interventi decisi e sistemici da parte della Regione e del Governo.

Serve un impegno politico – nel senso più alto di questo termine – di tutta la cittadinanza per ripristinare i valori del buon governo e della civile convivenza, serve il contributo di tutti i professionisti figli di Paternò per trovare le migliori soluzioni tecniche (finanziariamente sostenibili e realizzabili) ai più gravi problemi del territorio, serve un protagonismo civico che non sia rivolto solo ai grandi temi della politica internazionale odierna, ma anche e soprattutto a cambiare il corso di una situazione che rischia di vederci soccombere alla miseria, all’abbandono, allo squallore. In una situazione globale dominata dal Caos, le comunità locali di antica storia e tradizione come Paternò devono costituire un saldo punto di riferimento, un porto sicuro e attrattivo, una testimonianza di armonia civica e crescita economica e sociale. In caso contrario, Paternò diventerà definitivamente uno squallido e pericoloso dormitorio, con un centro storico in rovina, tramutato in un ghetto da incubo, degno dei peggiori film distopici

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