
Il prof. Mario Catone, sociologo, analista e fine politologo, Presidente dell’Osservatorio Politico Nazionale, profondo conoscitore dei sistemi di governo, invitato in tutti i salotti buoni della politica, col quale ci confrontiamo perennemente. Conoscitore della Sicilia, ci ha rilasciato un’intervista in libertà, sul momento pericoloso che sta attanagliando la città di Paternò:
Parliamo di Paternò? Una volta era considerata caput mundi per una concentrazione di cariche mai vista prima. Poi il sindaco Naso imputato per voto di scambio politico-mafioso, alcune alte defezioni, hanno iniziato a fare crollare la cosiddetta “reputational value”. E adesso per finire la proposta di scioglimento per infiltrazioni mafiose.
- Solo colpa della classe dominante?
Ma certamente sono loro, gli amministratori locali, a guidare la macchina. Ma anche l’opposizione della sinistra non ha certo brillato per iniziativa. Ricordiamo che nei cinque anni precedenti, è stata politicamente organica al “nasismo”. Si è fatta notare in questi anni sia per un silenzio inquietante, al netto dal fare gli “strilloni”, come avete scritto voi, della stampa nazionale allorquando attacca i presunti nemici locali. Solo questo.
- Una parabola discendente inesorabile?
Principalmente è colpa della politica, non solo dell’amministrazione a cui va addebitata quasi tutta colpa, ma anche di quella “sedicente” opposizione, dei consiglieri comunali, che galleggiano tra complicità, correità, favoreggiamento, corresponsabilità, collusione e partecipazione da “stampella” all’amministrazione, di tutti o quasi, che pur di mantenere la “poltrona” fanno orecchio da mercante, come se il futuro fosse sereno, l’ipotesi dello scioglimento non fosse concreto e il disastro cittadino fosse solo virtuale. Mentre tutti notano, a prescindere dagli eventi, l’abbrutimento sociale, l’imbarbarimento dei cittadini diseducati alla civiltà civica. Ma il pesce puzza dalla testa per l’esempio che dà, quanto per la mancanza di esempi virtuosi che rende.
- Quindi non c’è soluzione per un futuro sostenibile? Non pensa che lo scioglimento sia una macchia per la città?
Cito in premessa alcuni riferimenti storici. Misterbianco, città contigua, quattro anni fa fu sciolta per mafia. Ma quell’azzeramento politico ha fatto ripartire quella città alla grande. Questa ricetta, se interpretata al meglio, può veramente fare bene a Paternò. L’azzeramento totale della classe politica locale può dare speranza ad una generazione politica diversa, nuova, che non risenta delle tare convenzionali della politica politicante. Altro tema è il ruolo della società civile, che in questi anni è stata lontanissima, acritica, a volte forse connivente per la propria omertà. L’auspico è quello che dopo la cancellazione di questo sistema che ha governato male, vi sia un moto d’orgoglio, di tanti che hanno l’obbligo di essere cittadini attivi e non solo di lamentarsi in privato.
- Quindi lo scioglimento può essere un fatto positivo?
Vede, quando la cancrena attacca un arto, meglio amputarlo che morire. Certamente non vogliamo essere gli inquisitori di tutti. Ma una regola è sempre attuale, non bisogna buttare l’acqua con il bambino. Anche tra questi politici c’è stato qualcuno che si è distinto per il coraggio. Alcuni, pochissimi, ci hanno messo la faccia anche con l’ostracismo subito dal “sistema”. Ma sono andati avanti comunque. Bisognerebbe ripartire anche con questi, con l’esempio che hanno dato. Raccogliere, cioè, gli unici aspetti positivi del trascorso passato inquietante, farne tesoro, e assieme al “nuovo” che ci sarà, costruire la prospettiva. Lo scioglimento lo vedo come un fatto positivo in virtù dell’equazione costi-benefici. Il costo della lettera scarlatta impressa alla città, è minore del beneficio dell’azzeramento di una classe politica locale che fa vergognare, anche ma non solo, per tutte quelle pratiche malevoli cui si assiste anche adesso che la città è sull’orlo del baratro. Senza l’effetto di portare a zero l’indice dello strumento politico-sociale, commissariare il comune, non può esserci alcun futuro diverso e positivo.
L’intervista non finisce qui, ma per ragioni di spazio pubblicheremo il resto appresso, dove si parlerà di sicurezza, lavori pubblici, affidamenti, e di amici degli amici. Buona lettura.