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PATERNÒ, QUANDO LA TOPPA È PEGGIORE DEL BUCO. La consigliera Benfatto: “È bastato un comunicato per smascherarli”

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della consigliera Benfatto:

«Ci sono momenti in cui la politica, quella deleteria, si tradisce da sola.
È bastato un COMUNICATO per smascherarli e costringerli a fare ciò che fino a ieri negavano.
Oggi, con un colpo di mano all’ultimo minuto, hanno integrato l’ordine del giorno della seduta del 23 luglio, tentando goffamente di “SANARE” quello che non era sanabile, cioè avere richiesto e convocato una riunione di Consiglio con temi già trattati, ripetuta e quindi illegittima.
Così, nella fretta , HANNO CONFESSATO, inconsapevolmente, senza neanche accorgersene, che avevo ragione fondata.
La seduta straordinaria convocata era e resta una forzatura procedurale, un abuso delle prerogative consiliari.
E ora lo ammettono, così, con un’azione tardiva e quasi disperata che li inchioda alle loro stesse contraddizioni.
Se davvero fosse stato tutto legittimo e lineare, perché correre ai ripari all’ultimo minuto? Perché aggiungere di corsa una integrazione all’ordine del giorno per rattoppare ciò che, con arroganza, avevano difeso fino a ieri? QUESTA DI OGGI E’ LA TOPPA CHE CONFERMA IL BUCO.
È la prova che l’unico atto politico serio in questa vicenda è stato quello in cui ho denunciato pubblicamente l’andazzo IMMORALE di questo Consiglio comunale.
È la certificazione dell’improvvisazione. Hanno sbagliato e adesso si arrampicano sugli specchi, ma senza ventose, per giustificare il vizio insanabile.
Ma c’è un dato che rimarrà indelebile: questa seduta, anche rattoppata, è nata male e finirà peggio, perché non convocata con chiarezza o per giustizia, ma solo per vendetta politica.
Ma la città non si farà prendere in giro. Chi sta seguendo la vicenda e sono tantissimi, comprende bene che non c’è trasparenza.
Questa è goffaggine al potere, e il consiglio del 23 luglio sarà ricordato come il consiglio della TOPPA e la città riderà di loro ancor di più di quanto già non faccia.
Hanno trasformato il Consiglio in uno spettacolo di cabaret, un monumento dilettantistico istituzionale, un insulto all’intelligenza dei cittadini., che si trasformerà inevitabilmente in un boomerang politico, quando il popolo sarà chiamato a scegliere. Certamente non dimenticherà che siamo alla punta più alta del ridicolo. Ahimè non ci resta che piangere»

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