
Tentiamo di mettere ordine ad un tema che sta occupando il dibattito feriale e che riteniamo non finisca qui. Perché vedete le questioni sul tavolo tutto interno a FdI è giunto al punto dell’alternativa. Una scelta semplice ma molto difficile per chi la deve compiere. Sotto accusa, principalmente, è il coordinatore del partito, Angelo Calenduccia, ritenuto inadeguato al ruolo, e non solo per l’atteggiamento accidioso. L’autentico tappo perché si possa adire ad una visione moderna e futura del partito, come ci suggeriscono alcuni della base e anche qualche componente del coordinamento cittadino. Ma veniamo ai nervi scoperti:
«Non posso essere l’unico capro espiatorio delle politiche dissennate del gruppo consiliare di Paternò che nulla hanno a che fare con la serietà di una Politica incisiva. Per queste ragioni, di coerenza e dignità, ho scelto di autosospendermi dal Partito chiarendo da adesso che non si tratta né di un passo indietro rispetto alle battaglie che porto avanti per la città , né un cambio di casacca. Questo è un atto di chiarezza: prendendo le distanze da un metodo locale che non condivido, ma rimanendo saldamente ancorata ai valori del partito e ai suoi vertici regionali e nazionali, dal Presidente Gaetano Galvagno, che considero mio autentico riferimento politico, e al Deputato Francesco Ciancitto, nei quali ripongo affidamento».
Così conclude la consigliera Mariabarbara Benfatto, in una lunga nota, l’intenzione di autosospendersi da FdI. Non è certamente una tempesta in un bicchiere. Le reazioni si faranno sentire dopo che la stessa ha inviato agli organi nazionali e regionali una pec spiegando scrupolosamente le ragioni di tutto ciò.
E mentre la consigliera Benfatto contesta la mancata azione del gruppo e del partito locale, motivo per cui prende le distanze, rispetto ai temi posti nell’interesse esclusivo della città, i vertici locali di FdI di Paternò gettano la palla fuori.
È la mancata azione, dopo la contestazione critica delle condotte dell’amministrazione Naso, ad essere contestata. Incredibile. È quindi l’inedia sui temi fondamentali assunta dai vertici locali di Fratelli d’Italia a guadagnarsi l’attacco, non altro: “Tentare di ridurre la mia denuncia –scrive la Benfatto– a un atto privo di significato non li deresponsabilizza davanti alla città: semmai li inchioda di più. Perché non hanno risposto su ciò che ho contestato, ma solo su di me. Il problema, per loro, non sono le ragioni che ho posto sul tavolo — troppo scomode per essere affrontate — ma il fatto che io abbia avuto il coraggio di porle. È la solita strategia: mettere a tacere chi denuncia, anziché dare risposte ai cittadini”. Insomma accusa chi fa opposizione formale e nel contempo da stampella all’amministrazione Naso, pur di non andare a casa e mantenere privilegi e gettoni. Come se l’accusa mossa alla consigliera Benfatto fosse di avere fatto opposizione sui temi reali, sulle pastette dell’amministrazione.
Irragionevole l’atteggiamento dei vertici paesani di FdI. Ma nell’infinitamente piccolo ambiente politico di Paternò, contestare ciò che non va bene è considerato un atto di lesa maestà che potrebbe interrompere, per alcuni che si sono rifiutati anche di sottoscrivere la mozione di sfiducia al sindaco, la propria avventura consiliare.
La Benfatto, come afferma a gran voce, ha semplicemente seguito la linea del partito, quella ufficiale, quella dichiarata nelle conferenze stampa e nei comunicati: opposizione netta e senza sconti all’amministrazione. E per averla seguita con coerenza, è finita nel tritacarne di un partito che, a livello locale, ha perduto equilibrio e dimensione, oltre che quello della democrazia interna e del confronto.
Il caso impone grande attenzione, per i risvolti esogeni che potrebbero insinuarsi. Scacco matto all’equilibrio locale, senza via d’uscita.
I vertici regionali e nazionali di Fratelli d’Italia hanno una bella gatta da pelare, anche ad agosto e anche se in ferie, in quanto il pericolo è serio perché si potrebbe inserire con forza nel periodo di difficoltà che questo partito sta attraversando. Sarebbe un regalo ai media, non solo locali, che a settembre hanno già preparato i plotoni d’esecuzione nei talk nazionali. Tutti loro sono ad un bivio, il non scegliere con atteggiamento supponente li porterà a sbattere.
Come tutti ben sanno non siamo mai stati teneri, e non lo siamo neanche oggi, nella valutazione che abbiamo di questa amministrazione che governa la città di Paternò. Non lo siamo non per ragioni ideali e neppure per contrapposizione politica, ma solo perché riteniamo che la condizione che vive la città non sia al passo con realtà che ci circondano, non facciamo paragoni con l’Europa, ce ne guarderemo, e che viva in una condizione di degrado socio-politico che non ha esempi con la storia cittadina.
Contestiamo alcuni fatti gravissimi che riteniamo assolutamente illegittimi e abusivi, da sette anni a questa parte, ma che continuano a essere perpetrati con boria inusitata ancora oggi. Vedi, per esempio, ciò che accade in periodo feriale, dove la sbadataggine vacanziera distrae il cittadino, ➡️ SE ATENE PIANGE, SPARTA NON RIDE. Le tentate rapine ferragostane paternesi. Dove imperterriti tentano ancora di mettere le mani sul territorio per realizzare interessi particolari altrui, stracciando ogni regola e ogni buonsenso.
Detto questo, però, quando, con obiettività, dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare, lo scriviamo e plaudiamo, in questo caso, per il traguardo assai significativo raggiunto nell’interesse della città e anche del sindaco, assessori, e consiglieri che così vedono raddoppiare i loro gettoni.