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PATERNÒ VIOLENTA: LA GIUNTA STRAORDINARIA DI NASONINO PARTORISCE UN TOPOLINO

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La Giunta Comunale di Paternò, dopo il recente atto di violenza in città, dopo aver ricevuto tante sollecitazioni da parte dei cittadini, di tutte le sue componenti, politiche, associative e dell’informazione. Dopo gli inviti da parte dei deputati locali e sedersi a un tavolo per individuare cause e strategie per intervenire rapidamente, ormai da anni, oggi ha determinato, con la sua delibera, che le responsabilità sono dello Stato.

Per questo chiede alla Polizia di Stato, ai Carabinieri al Prefetto di intervenire. Punto. Ritenendo che tutto si risolva con l’intervento esterno, come per magia. Ritenendo che il male che affligge la città dipende dal numero di Poliziotti e Carabinieri, dal concorso per Vigili Urbani e delle attenzioni del Prefetto.

Nessun accenno alle responsabilità locali, nessun coinvolgimento dei partiti politici, delle associazioni, dei commercianti, degli imprenditori. Nessun accenno al caporalato, alle differenze culturali, alla mancanza di luoghi per la socializzazione, alla chiusura di musei, biblioteche, pinacoteche, centri sociali, spazi per l’inclusione. Il tema è solo il numero di militari in città.

Non sono state coinvolte le forze politiche – di maggioranza e di opposizione e le forse politiche non rappresentate nel consiglio comunale. Eppure, tutti, da ogni parte hanno espresso idee e proposte. Nessuno. La Giunta con il suo Sindaco molto mediatico (bleah) e teatrale, riunita in seduta straordinaria, dopo aver tirato per la giacca l’On. Francesco Ciancitto e il Presidente dell’ARS, l’On. Gaetano Galvagno, ha sentito il dovere di chiedere aiuto e affermare che la stessa – Sindaco e Giunta – non ha responsabilità. Lo si evince dalle sue esclusive richieste agli organi nazionali.

Facile direbbe qualcuno. Troppo facile.

Sui social, tutti hanno provato a definire una possibile via, ognuno con le proprie sensibilità. Enfatizzando la questione religiosa, culturale, economica, sociologica. Per dire che molte porte sono “chiuse”. Che i nostri ragazzi vanno via, che i commercianti sono solo vessati, che ormai l’alcol e la droga sono gli unici passatempi. Una città che tenta di urlare, di dire, di affermare ma che viene presa a calci e definita “disfattista” quando non di allinea al volere della Giunta, quando muove critiche giuste.

Facile direbbe qualcuno. Troppo facile. Servivano azioni e proposte nel breve e nel lungo termine. Condivise, inclusive e soprattutto pensate e progettate, senza improvvisazioni e scorciatoie. Perché il fallimento generale è sotto gli occhi di tutti.

Poi per non lasciare nulla al caso, la Giunta, invia questa delibera, di non assunzione di responsabilità: al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli Interni, alla Questura di Catania, alla Deputazione Nazionale e Regionale, al Prefetto, al Presidente dell’Assemblea Regionale, all’Arcivescovo Metropolita di Catania, al Vicario Foraneo di Paternò, al Presidente della città Metropolitana di Catania.

In pratica stiamo dicendo a tutto il mondo: la colpa di tutto non è nostra, afferma questa amministrazione e per questo invochiamo i santi. La colpa non è nostra, di questa Giunta, di questa comunità e solo i Santi potranno salvarci. Sembra una visione medievale, feudale.

Certamente è tardivo, forse necessario chiedere aiuto ma ci saremmo aspettati qualcosa di più concreto, qualcosa di più tangibile, di pratico. Non solo speranze nell’intervento dall’alto e di lato. In pratica è come se avesse buttato la spugna e delegato gli altri a sostituirsi a voi, alla Giunta Straordinaria.

C’è bisogno di una nuova “Resistenza” che veda tutti assieme come nel ’45, di ogni colore politico. Tutti contro il nasismo, ops, scusate contro il nazismo.

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