
di Claudia Truglio-
Il tranquillo risveglio di fine aprile a Catania è stato bruscamente interrotto da una vivace schermaglia a colpi di post e commenti sui social media, un triangolo di accuse e repliche che ha visto protagonisti l’attuale sindaco Enrico Trantino, l’ex primo cittadino Enzo Bianco (senti chi parla) e l’aspirante sindaco (sconfitto) Lanfranco Zappalà. Un teatrino virtuale che, se da un lato ha acceso i riflettori su alcune problematiche cittadine, dall’altro ha mostrato un lato meno istituzionale dei suoi protagonisti.
La miccia è stata innescata da un post di Enzo Bianco (bleah), apparentemente nostalgico dei suoi giorni da “sindaco dei fiori” – definizione con una punta di ironia, sembra accompagnare il suo ricordo dell’impegno verso il verde pubblico. Bianco lamentava lo stato di abbandono della Fontana (superflua) e del Giardino verticale del Tondo Gioeni, segnalando il guasto all’illuminazione e la mancanza d’acqua nella fontana. Un appello accorato all’amministrazione Trantino affinché si desse “finalmente una mossa” per il bene della città, partendo proprio dalla manutenzione di questo spazio.
La risposta del sindaco Trantino non si è fatta attendere, assumendo toni tutt’altro che concilianti. Ribattendo punto su punto, Trantino ha ironizzato sulle “inaugurazioni di semafori e panchine” attribuite alla precedente amministrazione, contrapponendo l’attività del suo mandato, focalizzata su “importanti interventi” e “decine di cantieri”. Ma il colpo più diretto è arrivato con il riferimento al “dissesto” del Comune, addossato a Bianco dalla Corte dei Conti, e alla conseguente “incandidabilità”. Nel merito della questione Tondo Gioeni, Trantino ha spiegato il malfunzionamento delle pompe della fontana, in via di risoluzione nell’ambito dei lavori di riqualificazione del parco, e ha liquidato il giardino verticale come “inidoneo” fin dalla sua concezione, annunciando la piantumazione di rampicanti che necessitano di tempo per crescere. Un “buon primo maggio” ha sigillato la sua risposta, condita da un invito a critiche costruttive e un rifiuto delle “mistificazioni”.
La controreplica di Enzo Bianco non si è fatta attendere, con una puntualizzazione sulla dichiarazione di pre-dissesto, attribuita alla giunta Stancanelli e legata a debiti pregressi risalenti all’amministrazione Scapagnini. Un tentativo di sgravare la propria responsabilità, omettendo però di sottolineare il proprio contributo, o meglio la sua inedia) nel mancato risanamento finanziario del Comune (per non dire altro).
Sembrava che la polemica si fosse esaurita con il cambio di calendario, ma ecco che il giorno successivo il sindaco Trantino ha riaperto le ostilità, questa volta coinvolgendo un terzo incomodo: l’ex candidato sindaco Lanfranco Zappalà. Il pretesto è stata una “struggente ode lirica” in versi, intitolata “il sindaco dal selfie mattutino”, con cui Zappalà (il quale fa solo ridere) ha criticato l’eccessiva attenzione mediatica e la presunta mancanza di concretezza dell’attuale primo cittadino: «Caro statista … scendi dal piedistallo, che Catania non è un palco da ballo. Qui serve amore, visione e umiltà, non solo selfie e pubblicità».
Trantino non si è lasciato sfuggire l’occasione per una stoccata al vetriolo. Definendo la fonte “troppo autorevole per non condividere il contenuto”, ha sarcasticamente ricordato la “buona esperienza nel corretto conferimento dei rifiuti” e la “visionaria imposta sul futuro della città” di Zappalà, alludendo chiaramente alla vicenda del ritrovamento di rifiuti conferiti illegalmente in campagna, episodio che aveva coinvolto l’ex candidato. La “struggente ode lirica” è stata poi oggetto di ulteriori versi da parte di Trantino (e non solo di Trantino), che con un tono tra il lirico e il caustico ha invitato Zappalà a rispettare il verdetto delle urne e a “posarsi di lato”.
Ancora una volta, i social media si confermano un’arena dove anche figure istituzionali, persino quelle più insospettabili, eleganti e colte, cedono al fascino delle “scarammucce” virtuali. Un botta e risposta che, al di là delle singole ragioni e torti, ci strappa un sorriso, di cui francamente ne sentiamo il bisogno.
P.S. (...) note della redazione