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SICILIA: IL BOTTO. SANITÀ (E NON SOLO) PUÒ TRAVOLGERE SCHIFANI.

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E’ di ieri la notizia che Re Schifani, sempre più debole e sempre più solo, avrebbe deciso di mettere fuori dalla Giunta di Governo i due tecnici in quota Forza Italia.

Dopo gli scandali della sanità siciliana, rimbalzati,  a vario titolo, agli onori della cronaca, e una sessione di bilancio controversa, che ha visto l’assessore Dagnino impantanato nel confronto duro in aula con i parlamentari ARS, durante la sessione di fine anno di Bilancio e Finanziaria, sfociato poi in un confronto aspro con il Presidente Galvagno, Schifani decide di correre ai ripari, e quindi apre alla possibilità di mettere al posto della Faraoni (Sanità) e di Dagnino (Economia) due politici di Forza Italia. Mah!

Adesso un capitolo particolare ci sovviene da un magazine catanese, che in un proprio articolo, si sofferma proprio sulla Faraoni  e scrive qualcosa che si sussurra da tempo in città, scrive: «Perché magari non sarà reato, forse: Ottenere invalidità da commissioni fuori dalla propria provincia di residenza e con domicilio…» (ci bisbigliano che potrebbe trattasi del proprio figlio, poi assunto nelle ASP (?), sarà vero? Se così fosse sarebbe gravissimo).

Ma torniamo a Re Schifani, tampinato e tallonato dalla Iena, che ha anche immaginato di piantare le tende all’Assessorato Turismo, dove al momento occupa il posto l’Assessore Elvira Amata, prossima ad un possibile rinvio a giudizio(?), sollevando l’ira funesta di FdI, indisponibile a cedere la posizione.

Ma al di là delle questioni strettamente politiche, che saranno oggetto di un serrato confronto tra i partiti di maggioranza, già a partire dal 16 gennaio, e che preludono a nulla di buono, con MPA ed FDI sul piede di guerra, e la NDC ormai fuori dai giochi, registriamo che la Procura della Repubblica di Palermo, alla luce degli esiti investigativi di fine novembre, consegnati dai ROS, ha deciso di andare più a fondo nella questione “Sanità siciliana”.

Infatti una nostra fonte (quella che ci bisbiglia) ci ha raccontato che alla luce del palese coinvolgimento della Cuffaro & Family, nella gestione “occulta” della GEA srl di Ciminna (CTA accreditata e convenzionata con il SSR) la Procura di Palermo sia giunta alla determinazione di avviare un approfondito screening sulle compagini societarie che guidano tutte le strutture, private, accreditate e convenzionate con il SSR, partendo dalle Residenze Sanitarie Assistenziali e dalle Comunità Terapeutiche Assistite, con l’intento di monitorare l’intero comparto sanità.

Il fine ultimo sembrerebbe essere quello di comprendere fino a che punto la politica si sia infiltrato nelle compagini societarie che governano il sottobosco del sistema di aziende che, a fianco del pubblico, dovrebbero garantire il raggiungimento e mantenimento dei LEA – Livelli Essenziali di Assistenza. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che le società private accreditate e convenzionate, che erogano servizi sanitari, sono società concessionarie di servizio pubblico e come tali soggette, almeno formalmente, a rigide regole, ed a importanti limiti, che però non sembrerebbero per tutti !!!

Da un primo approccio, infatti, sembrerebbe, che diversi politici (in carica), anche insospettabili, numerosi ex politici (spesso in panchina a causa di provvedimenti giudiziari di cui sono stati oggetto), e altrettanti soggetti politicamente esposti (che occupano posti nelle compagini di partito e nelle clientele), abbiano avuto un canale preferenziale nell’ottenimento di accreditamento e convenzioni con le Aziende Sanitarie Provinciali. E che nelle compagini di moltissime società concessionarie di servizio pubblico, in ambito sanitario, albeggino figli, generi, nuore, moglie e mariti, di politici, di ex politici, di segretarie. E dove per ragioni di opportunità non fosse stato possibile, sono dirigenti, funzionari, e consulenti. Sono i prestanomi che garantiscono il necessario filtro/schermo per evitare imbarazzi. Attenzione. Sulla questione comandati dell’assessorato Sanità, il tema ha avuto tanta eclatanza al punto che la commissione Antimafia ed Anticorruzione dell’Ars per voce del suo Presidente Cracolici, ha evidenziato che «è arrivato il momento di istituire una commissione d’inchiesta sulla sanità e sulla gestione dell’assessorato»

Un settore, quello della Sanità Privata Accreditata e Convenzionata, fortemente influenzato dalla c.d. concorrenza imperfetta, dove alle già note barriere all’ingresso legate alle logiche di accreditamento sanitario istituzionale, si aggiungono barriere “invisibili” dettate da una certa politica affaristica che, in dispregio delle regole imposte dalla norma, decide chi può e chi non può essere parte di questo sistema, anche avvalendosi di Direttori Generali, Direttori Amministrativi e Direttori Sanitari, scelti solo con bieche logiche “spartitorie”, già emerse, tra compiacenti e talvolta collusi, che attraverso le strutture di autorizzazione e controllo, da loro dipendenti, decidono chi può e chi non può essere parte di un comparto che gestisce, solo in Sicilia, qualche miliardo di euro di fondi pubblici.

Controllo ed orientamento esercitato “a tenaglia” anche dall’Assessorato alla Salute, dove da anni, albergano una pletora di dirigenti “comandati” provenienti dalle Aziende Sanitarie Provinciali e dalle Aziende Ospedaliere, della Sicilia, che è emerso essere parenti, sodali ed amici di molti politici in carica. Che al di là del costo sostenuto (ingente), fino al 31.12.2025 a carico, in buona parte, del  Fondo Sanitario  Nazionale, hanno condizionato e orientato le scelte della Regione Siciliana, sia in materia di programmazione, che in materia di gestione.

Infatti, sia al Dipartimento Programmazione Strategica che al Dipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico (le due strutture di massima dimensione che dipendono dall’Assessore della Salute) la maggioranza dei Dirigenti, posti a capo delle strutture intermedie, sono esterni alla Amministrazione Regionale Siciliana, e quasi sempre saldamente legati da rapporti, talvolta parentali, talvolta amicali, talvolta di sodalizio, con politici.

Un quadro che via via appare sempre più sconcertante perché in dispregio del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, delle regole imposte dalle norme vigenti, dei limiti dettati dai LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, del buon senso e della diligenza del buon padre di famiglia, che dovrebbero essere la linea di confine per assicurare la qualità dell’assistenza sanitaria, sembrerebbe che in Sicilia viene esercitato “sistematicamente” un condizionamento in base al quale chi può essere della partita deve obbligatoriamente passare dalla politica, e dove il diritto alla salute sembrerebbe essere opzionale, comunque subordinato rispetto all’interesse economico esercitato da una certa politica affaristica. Non è un caso che la Sicilia è tra le regioni italiane una delle ultime in materia di qualità del servizio.

A ciò si aggiunge che a partire dal primo gennaio 2027, salvo proroghe, in Italia, per effetto della legge sulla concorrenza del 2022, dovrebbe trovare piena applicazione la Bolkestain che impone che allo scadere delle convenzioni, si apra la stagione delle gare per l’affidamento dei servizi.

Gare che però sembrerebbe vedere avvantaggiati solo i grossi gruppi imprenditoriali (controllati dalla politica) mentre il piccolo imprenditore privato, che con fatica è riuscito ad insinuarsi negli ingranaggi costruiti ad arte da una categoria di politici dediti a fare affari sulla pelle e sulla salute di cittadini Imprenditori che annaspano e ricevono offerte di acquisto da fondi di investimento e grossi gruppi pronti a colonizzare la Sicilia, più di quanto lo sia già.

Abbiamo già scritto della questione. L’inchiesta che coinvolge l’ex Presidente della Regione Siciliana Toto’ Cuffaro ha offerto all’opinione pubblica uno spaccato di mala politica veramente inqualificabile. Al netto degli esiti che saranno propri dei processi, è’ indubbio che la salute dei cittadini non può essere mercimonio e nemmeno frutto di una becera lottizzata messa in atto da questo o quel maggiorente. I cittadini hanno il diritto di avere un sistema sanitario efficiente ed efficace capace di fare da un lato prevenzione ed al contempo assicurare a tutti i cittadini le cure dovute nei modi e tempi più appropriati.

E proprio per questo visto il quadro che emerge, sempre più desolante, che la Procura della Repubblica di Palermo ha deciso di vederci chiaro e di comprendere fino in fondo in che modo la politica“inquina” la sanità siciliana, che dovrebbe essere cosa seria, non cosa loro.

È il momento, quindi, di fare chiarezza in un altro delicato comparto, quello della Sanità Privata Accreditata e convenzionata, al fine da un lato di restituire ai cittadini il diritto alla salute costituzionalmente riconosciuto e sistematicamente negato e dall’altro, di liberare il comparto dalla stretta di una politica affaristica non più tollerabile.

Giovanni Coriolano.  

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