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Strisce blu, the neverending story. Un vero cortocircuito tra Cittadini e amministrazione Comunale

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di Andrea Di Bella.

«C’è un momento, nella vita pubblica di una comunità, in cui le scelte amministrative smettono di rappresentare l’interesse collettivo e iniziano a somigliare a un’imposizione, a un esercizio sordo del potere. È esattamente ciò che sta accadendo a Paternò, dove l’estensione generalizzata delle strisce blu si configura non solo come un provvedimento impopolare, ma come l’emblema di un grave scollamento tra amministratori e cittadini.

La decisione di trasformare gran parte della città in un’enorme zona a pagamento – senza alcun criterio visibile, senza pianificazione partecipata e soprattutto senza alcuna forma di tutela per i residenti – è una forzatura tanto palese quanto irritante. Non è una questione di principio, non si tratta di negare il concetto stesso dei parcheggi a pagamento, che in taluni contesti urbani possono anche avere una funzione regolatrice del traffico. Ma qui, a Paternò, ciò che si contesta è il metodo e la misura. Se vogliamo anche una certa arroganza di fondo.

Perché se è vero che ogni città ha diritto a disciplinare la propria mobilità, è altrettanto vero che nessun provvedimento può definirsi “giusto” se non tiene conto del tessuto umano su cui incide. Qui, invece, si procede come se i cittadini fossero ostacoli da aggirare, e non interlocutori da ascoltare.

Nessun abbonamento agevolato per i residenti. Nessuna distinzione tra aree centrali e periferiche. Nessuna verifica sulla sostenibilità sociale della misura. Solo una marea di stalli blu spalmati “indiscriminatamente e apparentemente senza logica”, come hanno denunciato in molti. Si rischia di ridurre il centro storico a un deserto commerciale e di piegare le necessità quotidiane delle famiglie all’altare del bilancio, o peggio, dell’interesse di qualche concessionario. La città, o meglio i cittadini, non possono diventare il bancomat di nessuno.

L’impressione – sempre più diffusa e condivisa – è che si stia realizzando un vero e proprio abuso amministrativo, un’azione svincolata da qualsiasi logica di buon senso o equilibrio. Un atto unilaterale, respinto silenziosamente da una cittadinanza che si scopre spettatrice impotente della trasformazione coatta del proprio spazio urbano.

In tutto ciò, sconcertano il silenzio e l’inerzia di chi ha voce per intervenire. È giunto il tempo per consiglieri comunali, rappresentanti istituzionali, forze politiche e associazioni civiche di alzare la testa e rimettere al centro la trasparenza, la concertazione, la giustizia sociale. Perché i parcheggi a pagamento non sono mai solo una questione di vernice blu sull’asfalto. Sono, sempre, una questione di fiducia. E quella, a Paternò, sembra ormai definitivamente smarrita».

E noi chiudiamo così: Ecco cosa succede senza il Piano Urbano del Traffico necessario per legge. Non c’è regolamentazione degli stalli a pagamento e si fanno solo porcherie, così come quest’amministrazione è abituata a fare quotidianamente. Questo non è disfattismo, è coscienza critica.