Nel silenzio assordante delle sedie vuote, ieri e oggi si è consumata l’ennesima vergogna istituzionale di questa amministrazione. Durante i Consigli comunali conclusivi del progetto CCR, promossi dalla Commissione Pubblica Istruzione, l’assenza dell’Assessore in smart work alla Pubblica Istruzione – come sempre – ha urlato più di qualsiasi parola si possa dire. L‘abuso più grave che si possa compiere in politica è la strumentalizzazione dei minori, inconsapevoli, a fini personali.
Un’assenza che non è solo fisica: è una fuga politica, una ritirata vile, dopo le durissime accuse, fatte nei suoi confronti, mosse dal consiglio nei giorni scorsi, che denunciava l’assenza cronica dell’assessore da ogni attività legata al Consiglio Comunale dei Ragazzi e l’inefficienza conclamata di un assessore fantasma. Nessuna risposta nel merito. Nessuna assunzione di responsabilità. Solo una reazione scomposta e vendicativa: tentare di affossare il lavoro della Commissione, colpevole di esistere e di funzionare, costi quel che costi.
L’assessore, forzando il potere che il proprio ruolo gli assegna, ha scelto la via più subdola: inviare una nota, privata ci dicono, ad alcuni dirigenti scolastici – che avevano già aderito da mesi al progetto, come dimostrano le mozioni scritte insieme ai ragazzi – per affermare che il progetto non proveniva dall’amministrazione, quindi disincentivarne la partecipazione. Un invito chiaro a desistere. Un messaggio ambiguo, condito dal riferimento all’autonomia scolastica, che ha generato disorientamento e scuse improvvise. La prova di quanto stiamo affermando la svela in pieno Consiglio comunale l’assessore Faranda, che ha letto pedissequamente la mail inviata dalla sua collega Coluccio ai dirigenti scolastici.
Il risultato? Gli istituti si tirano indietro senza nemmeno rispondere alla richiesta ufficiale del Presidente del Consiglio comunale che chiedeva di spiegarne le motivazioni. Un muro di silenzio. Una mancanza di rispetto gravissima, soprattutto nei confronti dei ragazzi che hanno dedicato mesi di impegno e aspettavano con emozione il loro momento. [Leggi anche “Avviciamo i Ragazzi alla Repubblica”]
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Cosa succede poche ore dopo l’arroganza politica? Improvvisamente l’assessore “scopre” fondi per una gita ad Agrigento, sarà un premio per la serrata? Ma cosa c’entra con il CCR? Poi si fa ritrarre in una giunta straordinaria col brogliaccio in mano – per contare le sue assenze, forse – e poi nella notte, viene allestita con urgenza una mostra scolastica all’interno di Palazzo Alessi (come ulteriore premio ai dirigenti ubbidienti?), con opere di un istituto molto vicino alle sue posizioni, (per amore o per timore?). Tutto nel giro di pochi attimi, come dire in fretta e furia. Tutto dopo il boicottaggio.
Il sospetto, però, diventa certezza: si è scelto di boicottare un progetto educativo di grande respiro solo perché promosso da una Commissione presieduta da un avversario politico. Nel nasismo si fa così. Si è scelto di usare i ragazzi come pedine per regolare conti interni miserabili . Questo non è solo meschino, inaccettabile, ma è una delle pagine politiche più abiette mai scritte in questa città.
Che senso ha, poi, sfilare per la legalità, se si esercita il potere come un’arma di dispotismo contro chi lavora? Che credibilità può avere chi, da dirigente scolastico oltre che assessore, sottrae ai ragazzi il diritto di vivere un’esperienza civica e formativa, cui avevano aderito, solo per tutelare ed affermare il proprio ego, “qui comando solo io”? E che figura fanno questi dirigenti scolastici dinanzi alla comunità oltre che a se stessi?
Questa è la vera domanda. E nessuna foto, nessuna gita, nessuna mostra allestita di corsa potrà cancellare il disprezzo mostrato verso la scuola, verso le istituzioni e soprattutto verso i nostri giovani ragazzi. Chi ha scritto questa pagina nera dovrebbe solo vergognarsi.