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PATERNÒ, PROPAGANDA, BUGIE E ONANISMO MENTALE. LA CONSIGLIERA BENFATTO DÁ LO STRAPPO.

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Non ci meravigliamo più di come l’amministrazione/propaganda racconta alla città una realtà virtuale da quella che si vive quotidianamente. E se poi qualcuno contesta il racconto immaginario viene tacciato di disfattismo. Questo avveniva nei regimi dittatoriali del 20° secolo. Il cittadino vede con i propri occhi in che stato è ridotta la città e come tutti gli annunci (farlocchi) vengano smentiti dai fatti. A Paternò vogliamo contare quanti lavori propagandati non hanno avuto esito? Che sono rimasti incompleti? Vero Paternò è un cantiere aperto mai chiuso però. Ci chiediamo, ma c’è o ci fa.

Leggiamo cosa scrive la consigliera Mariabarbara Benfatto a tal proposito:

«Ci risiamo.
Il Sindaco accusa a chi chiede trasparenza di voler “bloccare la città”.
Vorrei ricordare a chi amministra questa città che difendere i conti, chiedere gli atti, smascherare le bugie è un dovere, non un tradimento.
Il vero sabotaggio è quello di chi governa nel caos e chiama “attacco politico” ogni legittima richiesta di verità.
E’ un errore di comunicazione forse quando che si mescolano fondi non assegnati, compensazioni ipotetiche e bandi ancora aperti?
Proclama “abbiamo già a disposizione 2 milioni” come se fossero nel cassetto. Ma non ha né i soldi, né il progetto. E’ un credito “potenziale” privo di atti e senza i quali non è attualmente spendibile.
I 500 mila euro sono solo una richiesta in fase di candidatura al bando PR FESR Sicilia 2021-2027 – Azione 2.4.5. Scadenza: 26 maggio. Graduatorie: assenti. Fondi: zero.
Totale oggi incassato dal Comune per il Moncada? ZERO EURO.
Il Documento di Indirizzo alla Progettazione il documento approvato dalla Giunta il 30 aprile 2025 è un atto interno preliminare, non esiste un progetto esecutivo validato.
In più il Giardino Moncada è stato riconosciuto area di interesse storico dalla Regione e dalla Soprintendenza, come lo stesso Sindaco dichiara.
E allora o è un giardino storico, o è un’area di Protezione Civile. Le due cose sono giuridicamente incompatibili.
“Stiamo lavorando seriamente” , sulla carta, forse. Sul campo, zero.
I cantieri sbandierati (Salinelle, contratti di quartiere, torre del municipio, ex ESA) sono fermi o in affanno. Il sindaco li chiama cantieri aperti, i cittadini li vivono come ferite mai rimarginate: strade rotte da mesi, lavori iniziati e mai finiti, marciapiedi impraticabili, traffico nel caos. Questo modo di amministrare crea solo disagi, rabbia e sfiducia. Altro che rivoluzione urbana: è abbandono mascherato da propaganda.
Il tutto mentre continua a fotografarsi davanti al nulla.
Difendere la trasparenza non significa fermare la città. Significa impedirne la svendita al consenso facile e al clientelismo.
Se davvero ama Paternò, si dimetta, torni alla realtà e lasci spazio a chi vuole costruire sulle fondamenta della verità, non sulle illusioni di un cantiere che non esiste».