
QUANDO LA FORZA CON LA RAGION CONTRASTA, VINCE LA FORZA SE LA RAGION NON BASTA.
È evidente che la nostra opinione sull’Iran è molto forte e riflette preoccupazioni serie riguardo alla sua condotta sia a livello interno che internazionale. Tuttavia, è importante analizzare la questione con un approccio critico e informato. Definire l’Iran semplicemente uno “stato canaglia” non tiene conto delle complesse dinamiche geopolitiche e storiche che influenzano il comportamento della nazione.
Innanzitutto, la descrizione dell’Iran come una “dittatura sanguinaria” merita un’analisi approfondita. È indubbio che il regime attuale eserciti forme di controllo autoritario e repressione, ma è fondamentale considerare il contesto storico e sociopolitico che ha portato a tali sviluppi. La Rivoluzione iraniana del 1979 ha segnato un cambio drammatico nella leadership e nella struttura politica del paese, e da allora, le tensioni, come le repressioni interne, e le missioni esterne, hanno peggiorato le politiche statali e sociali.
Per quanto riguarda l’accusa di finanziare il terrorismo, questa è un’affermazione certa. L’Iran è accusato di sostenere e finanziare diverse milizie islamiche sciite e gruppi terroristici che operano in vari conflitti in Medio Oriente, che arrivano fino in Europa per destabilizzare la nostra democrazia, seminare odio e stragi, così come abbiamo visto negli ultimi anni. Le motivazioni alla base di tali alleanze anche se sono complesse e variegate, non giustificano assolutamente questo comportamento. È utile sottolineare che alcuni di questi gruppi terroristici sono visti dalla Repubblica Islamica come alleati nella lotta contro l’occidente e in particolare contro gli Stati Uniti, Israele, ma anche contro tutta l’occidentale, come viene definito.
Parlare di “annientamento” di uno stato seppur “canaglia” è una posizione estremamente radicale, ma allorquando non si intravedono altre soluzioni che possano salvaguardare la nostra civiltà, la serenità dei nostri popoli, è impedire che ciò avvenga con ogni mezzo, e che la realizzazione del programma nucleare, così da consentire all’Iran di dotarsi della bomba atomica, sarebbe una sciagura, ecco perché l’azione di forza diventa legittima e giustificata.
La storia ha dimostrato che l’uso della forza militare per risolvere conflitti geopolitici può avere conseguenze devastanti, non solo per il paese in questione, ma anche per la stabilità regionale e globale e alcune volte questa è anche risultata inutile. Le soluzioni diplomatiche, pur essendo lunghe e complicate, risultano spesso più efficaci nel promuovere la pace e la stabilità, se queste non servano a procrastinare, a tattiche dilatorie che allunghino i tempi sine die, per poi non arrivare ad alcuna soluzione ragionevole, ma servano solo a favorire a prendere tempo per i propri programmi del terrore internazionale. Per la jihad islamica, guerra santa contro gli infedeli, che vanno eliminati.
Pertanto, è cruciale non solo valutare le azioni dello stato con un occhio critico, ma anche promuovere un dialogo che possa portare a soluzioni sostenibili e pacifiche. Anche se la storia è piena di esempi in cui la comprensione e il dialogo non hanno portato a risultati migliori rispetto all’uso della forza, che possa essere però propedeutica alla pace. L’Iran di oggi tuttavia è uno stato non affidabile circa le assicurazioni che rende al mondo.